Quella volta che Mares non fu preso all’Isef

SEREN DEL GRAPPA. Molte sono le storie che si narrano su Eugenio Mares. Alcune pubblicabili, altre meno. Del resto, Geni ne ha viste molte e ha intrattenuto rapporti con le mille anime della società veneta nel corso della sua vita "spericolata". Spesso la narrazione sulle sue avventure sconfina nella leggenda, ma una vicenda legata allo sport va raccontata ed è lo stesso Geni Mares a narrarla.
«Ero al test per l'ingresso all’Isef allo stadio Dall'Ara di Bologna, con me c'era pure Modesto Bonan», spiega Mares, «e dovevamo svolgere alcune prove sulle varie discipline sportive. Il mio rapporto con gli esaminatori inizia a essere complicato ben presto, perché nell'alto mi chiedono se voglio iniziare dalla misura di 1.30. Io capisco, per carità, ma se ho un personale di 2.15, mi farai saltare 1.30? Dopo di che, inizia a piovere e per il getto del peso ci trasferiamo nella palestra interna allo stadio. Gli esaminatori mi danno da lanciare il peso da 4 kg, anziché quello da 7.260. Evidentemente, lo spazio a mia disposizione in quell'angusta palestra era troppo ridotto e avviso i tecnici che probabilmente avrei danneggiato il muro con l'attrezzo. La risposta dell'esaminatore fu che non dovevo preoccuparmi. Allora andai a eseguire il gesto tecnico e provocai un buco nel muro di un metro di diametro all'altezza di sette metri. Salutai gli esaminatori, chiedendo se a quel punto fossero preoccupati. Il mio rapporto con l'Isef, come si può immaginare, non proseguì». (gipe)
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