San Giorgio, dimenticato in fretta il ko con la Luparense

Marcolin felice dopo il 2-0 rifilato domenica al Treviso «Ce la giochiamo partita dopo partita e poi vediamo cosa accade a fine torneo»



La sconfitta con la Luparense? Un ricordo lontano. Il San Giorgio Sedico si è messo alle spalle lo stop in casa della capolista ed ha reagito alla prima occasione, battendo 2-0 il Treviso, con un primo tempo sottotono e una ripresa in grande stile.

«Una bella partita – commenta il capocannoniere dei bellunesi Agostino Marcolin – a parte il primo tempo, forse perché abbiamo un po’ sottovalutato l’avversario. Invece il Treviso è una squadra composta da giovani molto bravi che hanno voglia di fare, di correre, si impegnano e danno tutto per far risultato. Poi nella ripresa abbiamo giocato ed abbiamo avuto varie occasioni, abbiamo sbagliato un rigore però abbiamo meritato di vincere».

Grazie ai tre punti conquistati domenica il San Giorgio Sedico si è riportato a sole tre lunghezze dalla vetta (la Luparense riposava).

«In un modo o nell’altro bisognava vincere. La partita di domenica era fondamentale. Con la Luparense era stata una domenica un po’ negativa, abbiamo perso ma comunque abbiamo subito voltato pagina ed abbiamo subito battuto il Treviso per dimenticare quella sconfitta».

La corsa al vertice

Domenica i biancorossocelesti faranno visita al Portomansué per tornare a vincere in trasferta, dove non ottengono i tre punti da un mese e mezzo (dall’1-0 firmato proprio da Marcolin con cui hanno superato la Liventina).

«In questo campionato ce la giochiamo partita dopo partita e vediamo cosa può succedere. Ovvio che vincere porta a vincere quindi giochiamo ogni partita per far risultato. Per adesso giochiamo, poi quando sarà gennaio o febbraio guarderemo la classifica e vedremo un po’cosa possiamo fare. Secondo me possiamo toglierci belle soddisfazioni con questa squadra. Ci sono anche altre squadre sotto che magari iniziano a fare punti, per cui ogni partita è dura. Tante potranno perdere punti anche contro avversarie di bassa o di media classifica e che lottano perché si devono salvare. Sarà dura per tutti». —

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