Sara Pellegrini dice addio al fondo a 35 anni. «Ho avuto più di quanto mi aspettassi»
LA CAMPIONESSA
La settimana 18, quella che i fondisti tradizionalmente dedicano alla ripresa degli allenamenti dopo la pausa di aprile, è quest’anno diversa per Sara Pellegrini.
Sì, perché la zoldana delle Fiamme Oro, che proprio oggi – 5 maggio – festeggia i 35 anni, ha deciso di togliersi gli sci e scrivere la parola fine a una carriera che l’ha vista partecipare a un’Olimpiade e a due campionati del mondo.
«Sì, lunedì per noi fondisti è iniziata la fatidica settimana 18 ma per me, dopo tanti anni, sarà diversa. È arrivato il momento di dire basta», conferma la ragazza di Zoldo che da qualche anno vive a Panchià, in Val di Fiemme.
«È una decisione che ho preso da tempo, in maniera serena. L’ultima mia gara è stata la 30 chilometri skating mass start dei campionati italiani del passo Cereda, lo scorso 28 marzo. È stato bello farla, anche se certo sarebbe stato bello chiudere con un altro risultato (Sara è giunta decima, ndr), come sarebbe stato bello, del resto, avere qualche risultato diverso nella stagione dell’addio».
Cominciamo allora dalla fine, da questa stagione 2020-2021.
«Non è andata molto bene. La forma all’inizio non c’era, poi pian piano è cresciuta, ma sono state annullate delle gare. Poi, nel finale, quando stavo bene, sono risultata positiva al Covid, asintomatica, e sono quindi dovuta rimanere chiusa in casa tre settimane. Le mie ultime gare sono state quelle tricolori del Cereda, alle quali evidentemente sono arrivata con una condizione approssimativa».
Rimpianti?
«Non ho rimpianti. Sono contenta di quello che sono riuscita a fare. Ho ottenuto molto di più di quello che mi potevo aspettare quando ho messo gli sci ai piedi. Sono consapevole che non tutti nascono talenti e per un’atleta come me, che è riuscita ad avere risultati abbastanza in là negli anni, è stata una grande soddisfazione riuscire a partecipare alle Olimpiadi di Pyeongchang 2018 (Sara ha partecipato alla 10 km skating, nella quale è arrivata 38ª, allo skiathlon 15 km – 35ª – e alla 30 km in classico – 35ª, ndr) e a due mondiali, Lahti 2017 e Seefeld 2019».
Tra pochi mesi ci saranno le Olimpiadi di Pechino. Non valeva la pena fare un altro anno per esserci, diventando così la prima zoldana a partecipare a due edizioni dei Giochi visto che Camillo Zanolli (Cortina 1956), Pompeo Fattor (Squaw Valley 1960) ed Eugenio Maier (Innsbruck 1964) si sono fermati a quota uno?
«No, lo ho escluso. A 35 anni fermarsi ci sta».
Quali sono stati i tuoi anni migliori?
«Le stagioni dal 2017 al 2020, quelle nelle quali ho vestito l’azzurro a più riprese, riuscendo a salire diverse volte sul podio ai campionati italiani assoluti. Il momento più alto, quello più bello, è stato senz’altro la partecipazione alle Olimpiadi di Corea».
Nella tua bacheca ci sono anche sei titoli italiani assoluti.
«Sì, due nella team sprint e quattro in staffetta. Con le Fiamme Oro, la mia società, il mio punto di riferimento per più di dieci anni, la mia seconda famiglia. È grazie alle Fiamme Oro che sono riuscita a fare il salto di qualità dopo i primi anni da Senior, davvero non facili».
Sei stata brava a tenere duro.
«Credo che il mio punto di forza sia stato quello di perseverare anche quando le cose non giravano per il verso giusto e i risultati non arrivavano. Spesso accade che ti alleni ma non vedi i frutti del lavoro subito ma, se continui a crederci e a lavorare, qualche cosa prima o poi viene fuori. Indubbiamente, non è facile ed è importante qualcuno che ti sostenga. In questo senso, devo dire grazie alla mia famiglia che mi ha sempre sostenuto e incitato. Così come un grande grazie lo devo alla società che mi ha visto crescere, lo Sci club Valzoldana».
Che cosa farai ora?
«Il futuro in questo momento è ancora da scrivere. Mi piacerebbe rimanere in ambito Fiamme Oro ma è tutto da definire». —
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