Sofia Goggia: «Che spettacolo l’alba vista dalle Tofane»
Parole d’amore per il paese ampezzano da parte della fuoriclasse bergamasca, alla vigilia di una stagione molto importante, tra Coppa del Mondo e Olimpiadi di febbraio a Pechino
L’INTERVISTA
Gianluca De Rosa
CORTINA
La coppa del mondo di sci alpino riporterà presto Sofia Goggia nella sua amata Cortina. Alla vigilia di una nuova stagione agonistica che prenderà il via tra pochi giorni a Solden, in Austria, e che culminerà con le olimpiadi invernali di Pechino a febbraio, la campionessa bergamasca riavvolge il nastro, parlando a tutto tondo su quello che è stato e quel che sarà.
Non solo sci ai piedi e risultati da conseguire: c’è tanto altro, oggi, nella vita di una Sofia Goggia più matura e consapevole, compreso un allevamento di galline sulle prime alture della sua Bergamo in cui ha deciso di investire sposando un progetto, conosciuto durante il lockdown, che ruota attorno allo sviluppo di un’azienda agricola.
Sofia, a gennaio tornerai a Cortina per la Coppa del Mondo. Con quali sensazioni ci arriverai dopo quanto successo in occasione dei mondiali?
«Ancora oggi quando penso al ruolo di ambassador mancato dei mondiali di Cortina 2021 mi viene da piangere. Quell’infortunio è davvero difficile, se non impossibile, da dimenticare. Ci sono sentimenti fortemente contrastanti attorno a quanto successo in quei giorni. Alla fine le cose sul fronte dei risultati sono andate ugualmente bene perché ho vinto lo stesso la coppa di disciplina. L’infortunio ed il conseguente recupero mi hanno dato una nuova consapevolezza, su quella che sono e la forza, soprattutto mentale, che ho. Resta un buco nero, l’anello debole. Quello dell’aver mancato un appuntamento a cui tenevo tantissimo perché Cortina per me rappresenta una seconda casa, dove torno sempre volentieri perché ci sto bene e mi fa stare bene».
Proviamo a lanciare un appello: ci sarà spazio per un nuovo ruolo di ambassador per Sofia Goggia a Cortina?
«Magari! Se mi chiamano per ricoprire il ruolo di ambassador di un altro evento sportivo rispondo presente. Nessuna scaramanzia, i mondiali li ho saltati e contestualmente ho dovuto rinunciare anche al ruolo di ambassador dopo averlo portato avanti orgogliosamente per tanti mesi. Se dovesse esserci l’occasione giusta per recuperare il tempo perso la coglierei al volo, sicuramente».
Immaginiamo per un attimo il ritorno di Sofia a Cortina in questo momento. Cosa faresti come prima cosa?
«Non ho alcun dubbio. Correrei a Cadin per salutare il grande Albi Ghezze. È stato il mio primo allenatore, una persona speciale a cui sono tanto legata. Correrei subito da lui per abbracciarlo forte. Detto dei sentimenti, se dovessi pensare ai giorni di gare ed allenamenti a Cortina, dico che non vedo l’ora di tornare a vedere l’alba dall’Olimpia delle Tofane. Quello è un vero spettacolo».
Detto di Cortina e del vortice di sentimenti e sensazioni, cosa ti aspetti dalla stagione ormai alle porte?
«Non ho aspettative particolari. Voglio viverla giorno dopo giorno, dando sempre tutta me stessa per non lasciare spazio ai rimpianti. La scorsa stagione mi ha insegnato tanto. È inutile fare programmi e progetti perché basta poco per ritrovarsi per terra. Meglio pensare passo dopo passo, mattonella dopo mattonella».
Senti delle pressioni?
«Non le sento e, credo, sia normale. Io il mio l’ho fatto. Ho avuto la fortuna di vincere tanto, anzi tutto quello che c’era da vincere. Le pressioni devono sentirle coloro che, pur facendo parte di questo mondo da tanto tempo, non hanno mai vinto niente».
Mikaela Shiffrin resta l’atleta da battere?
«Non penso alle altre, guardo solo in casa mia pensando solo a me stessa. Non mi sono mai preoccupata troppo di quello che succede attorno a me. Se sono al top della condizione so quello che posso fare e dove posso arrivare».
Lasciamo per un attimo da parte lo sci e guardiamo in casa tua, a Bergamo. Guardando il tuo casco è facile immaginare un rapporto fortissimo con la tua città.
«Sono bergamasca in tutto e per tutto. Tifo anche l’Atalanta se è per questo. Ho scelto di disegnare sul retro del mio casco il panorama di Bergamo perché mi rispecchio fedelmente in quelle che sono le caratteristiche principali non solo della città ma anche dei suoi abitanti. Ci piace la semplicità ma quando serve mettersi l’elmetto in testa lo facciamo senza indugi. Abbiamo la scorza dura. C’è poi la pagina difficilissima del Covid. È una ferita impossibile da rimarginare. Eppure ne siamo usciti, con forza e tanto coraggio. Porterò Bergamo sempre con me, disegnata sul casco e ben impressa tra mente e cuore».
Chiusa la parentesi Bergamo è tempo di guardare anche alle Olimpiadi di Pechino.
«Vincendo l’oro olimpico ho coronato il mio sogno. Un sogno che avevo da bambina ma che continuo a cullare perché in fondo, ancora oggi sono sempre quella bambina. Sogno un altro oro anche se l’età avanza e la concorrenza aumenta. Pechino ultima olimpiade invernale di Sofia Goggia? All’orizzonte c’è Milano – Cortina, solo perché sono in casa, in Italia, a Cortina vorrei esserci ma è presto per parlarne. I sogni restano tali e sognare non costa nulla ma poi bisogna trovare forza e stimoli per provare a tramutarli in realtà. Vediamo come va quest’anno e con quale spirito mi avvicinerò a Pechino, valutazioni in ottica 2026 le faremo in seguito».
Due parole conclusive sulla vita di Sofia Goggia lontana dalle piste?
«Ho investito in un progetto di allevamento a chilometro zero di galline promosso da un’azienda agricola situata in un paesino di montagna della provincia di Bergamo. Mi piace la montagna, non potrebbe essere altrimenti, anche quando non scio. Esco spesso in mountain bike, per divertirmi e non solo per tenermi allenata».
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