Super Buzzi, le Olimpiadi sono sicure

Sci alpino. Il sappadino decimo nella libera di Garmisch pur partendo con il pettorale 44. Ora manca solo l’ufficialità
Emanuele Buzzi (Pentaphoto)
Emanuele Buzzi (Pentaphoto)

GARMISCH. Emanuele Buzzi non si accontenta. Dopo il grande undicesimo posto di una settimana fa sulla Streif di Kitzbühel, il talento sappadino ieri a Garmisch si è migliorato ancora, arrivando decimo nella libera vinta dallo svizzero Beat Feuz con 18 centesimi sull’azzurro Dominik Paris e sull’austriaco Vincent Kriechmayr, secondi a pari merito.

Buzzi, partito con il pettorale numero 44, ha chiuso a 99 centesimi dal vincitore, ottenendo il miglior piazzamento di sempre in Coppa del Mondo e guadagnandosi la convocazione per le Olimpiadi di Pyeongchang.

«A questo punto è logico aspettarsi una chiamata in azzurro per la Corea anche se manca l’ufficialità», commenta il ventitreenne dei Carabinieri, terzo azzurro ieri dopo Paris e Peter Fill (sesto). «La vittoria nel superG di Wengen a inizio mese mi ha dato morale» prosegue il sappadino. «Serenità e sicurezza fanno la differenza».

«Emanuele è stato molto bravo, lo ho visto sciare finalmente sicuro e tranquillo» commenta il suo ex compagno di squadra alla Forestale e ora commentatore su Eurosport Silvano Varettoni. «Andava bene fin da inizio stagione, sapeva di sciare forte e forse per questo voleva strafare e si irrigidiva. In Coppa Europa a Wengen, al cospetto di avversari di tutto rispetto, molti dei quali atleti di Coppa, è riuscito a essere tranquillo e mettere tutti dietro. Credo che quella sia stata la chiave di volta che gli ha dato la scioltezza che fino ad allora gli era mancata».

Grande prestazione a Garmisch e pass olimpico quasi in cassaforte per Buzzi. Ma gioia a metà: il pensiero va alla quindicenne di Sappada scomparsa proprio nelle scorse ore. «Sono contento per la gara ma la mia è una gioia a metà» dice Emanuele. «Conoscevo Anna. Sono quelle notizie che non vorresti mai ricevere». (i.t.)

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