Tarasco, 329 volte rossoblù. «Un orgoglio questo record, un giorno vorrei allenare»
Il difensore è il più presente di sempre con Ztll e ora Borgo.
«Ho superato una bandiera come Fontana, sono stati anni bellissimi»
BORGO VALBELLUNA. Record. 329 presenze in rossoblù. Il nome della società è ora diverso, ma la sostanza non cambia. Contro il San Michele, Andrea Tarasco si è issato in cima alla graduatoria dei giocatori che più volte sono scesi in campi con l’attuale Borgo Valbelluna. Superato Carlo Fontana, il quale si era fermato a quota 328.
Andrea: che effetto, questo dato.
«Aver raggiunto e superato il fortissimo “Lallo Fontana” mi fa sentire una bandiera. Era uno dei miei obiettivi, ma infortuni e pandemia sembrava me lo facessero scappare di mano. Sono cresciuto nell’epoca dei vari Totti, Maldini e Del Piero, quindi credo molto all’attaccamento alla maglia. Vorrei ringraziare Antonello Da Gioz, perché è lui che trascrive tutto e mantiene attiva questa classifica».
Ricordi il debutto?
«Intanto ho dato i primi calci a Mel ad appena sei anni. Ho fatto qui la trafila delle giovanili, con il mitico allenatore Andrea Mares che mi chiamava “motorino”. In prima squadra ci sono arrivato nel 2006 a 16 anni, grazie al sempre geniale Tiziano Schiocchet. All’epoca ero centrocampista centrale o terzino sinistro, per poi negli ultimi anni traslocare al centro della difesa. Ho avuto anche la fortuna di essere allenato da tecnici del calibro di Parteli e Lauria, nelle uniche due esperienze avute lontano da Mel: al Ripa 2000 e al Cavarzano. Il resto delle mie domeniche lo ho trascorso con la maglia della Ztll (ora Borgo) addosso. È il mio sedicesimo anno questo, anche se tre volte ho dovuto affrontare la rottura dei legamenti. La mia fortuna è stata la mia famiglia che mi ha supportato».
Le annate migliori?
«Quelle con Signoretto, l’anno del salto in Promozione con in panchina Sandro Tormen e gli ultimi campionati dove mi sta allenando mister D’Alberto».
I tuoi obiettivi futuri...
«Un giorno vorrei allenare. Ho tra l’altro già avuto un’esperienza con i bambini ed è stata molto positiva. Per ora comunque cerco di dare il massimo come giocatore. Voglio chiudere questa stagione di Prima categoria con una salvezza da ottenere in fretta».
In un certo senso puoi essere un esempio per le giovani generazioni.
«Mi piacerebbe se lo fossi. Più che altro, vorrei poter diventare un’ispirazione non dico per le qualità in campo, ma per la passione e lo spirito con cui vado ancora oggi ad allenarmi e giocare
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