Terza promozione per mister Parteli. «Ora voglio riposarmi, poi valuterò il futuro»
Parla il tecnico del Limana Cavarzano promosso in Eccellenza.
«La fusione è stata coraggiosa, il ds Cassol persona fondamentale»
LIMANA
Tre promozioni. Anzi quattro, perché quella della Luparense la sente sua, nonostante l’esonero.
Ma per la prima volta in diciassette anni di prima squadra, Massimiliano Parteli sente abbastanza forte l’esigenza di staccare la spina e ragionare bene sul futuro. La tensione agonistica sta lasciando spazio alla stanchezza, unitamente all’enorme gioia dovuta all’aver portato il Limana Cavarzano in Eccellenza. E forse proprio la fatica sta facendo meditare l’allenatore bellunese riguardo al futuro. Le sue parole lasciano aperto qualsiasi scenario, tenendo comunque ben presente l’enorme gratitudine e positiva considerazione della società in cui si trova.
Mister, siamo a quota tre promozioni: lascio a lei ricordare le altre e magari le domandiamo una classifica di importanza, se si riesce a farla.
«Sono salito in Eccellenza con l’Union Ripa, in Promozione con il Cavarzano ed ora si aggiunge questa qui. Anche se in realtà l’approdo in Eccellenza della Luparense nel 2018 lo sento mio, nonostante l’esonero avvenuto a febbraio. Ci aggiungo il ripescaggio in D all’Union Ripa e la Coppa Veneto di Eccellenza, sempre con i neroverdi. La classifica però no, non sarei in grado di stilarla. Io so solo che sono sempre più convinto di come alla base di un campionato vinto debbano esserci caratteristiche ben precise: mi riferisco ad una società solida e a persone serie. In contesti così, io ho sempre saputo esprimermi al meglio, anche magari nei momenti di difficoltà a cui si può andare incontro nel corso di una stagione».
Fusione, anzi pardon unione, in estate ed ecco l’immediato salto di categoria.
«Ritengo sia il premio al coraggio mostrato da queste due società, le quali hanno palesato grande intelligenza e capacità organizzativa nel trovare un punto d’incontro. Mettendosi assieme hanno unito le forze, facendo sì che tutti quanti si sentissero importanti. Io da esterno al gruppo dirigenziale ho notato subito grande coesione e ciò infonde fiducia, inutile girarci attorno. Avevano le idee chiare, anche come tempistiche nelle quali raggiungere gli obiettivi e a noi di fretta non ne hanno mai messa».
Però un dubbio che il matrimonio funzionasse le sarà venuto in mente un anno fa, no?
“Bè, è chiaro che quando si concretizza un’operazione così il punto di domanda all’inizio lo hai. Qui però entra in gioco la figura di Carlo Cassol, vero artefice dell’equilibrio tra le parti e secondo me uno dei maggiori protagonisti della promozione. Dalla scelta dei giocatori al saper sempre dialogare con tutti, ha instaurato con me e le altre persone un rapporto sincero e costante. È un direttore sportivo giovane, ma che comincia ad avere alle spalle risultati importanti. E potrà dimostrare il suo valore anche in una categoria superiore».
Claudio Sella ed Ulisse Trezzi: due presidenti all’opposto.
«Claudio lo conosco da anni, ormai bastano poche parole tra noi e ci capiamo al volo. Con Ulisse invece ci siamo… studiati, perché in fondo dovevo meritare la sua fiducia visto che non mi conosceva. Però ha dimostrato di fidarsi, accettando il sottoscritto per la panchina e senza dubbio posso dire di aver conosciuto una persona molto passionale».
Tutto sembra ben indirizzato verso la conferma, anche se dopo la gara aveva un po’ dribblato il discorso. A mente non fredda, ma di sicuro meno calda, dà qualche certezza maggiore?
«Confermo di voler riposarmi, adesso. Sono su una panchina senior da 17 campionati consecutivi, preceduti dal ruolo di allenatore giovanile e le stagioni da giocatore. Al termine di una stagione così tirata e dopo due anni di pandemia, credo mi serva qualche giorno in più del solito per riflettere. Per la prima volta sento di non disdegnare una pausa. Ne parlerò in famiglia e con la società».
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