Thomas Cossalter vuole stupire la Dolomiti. «Sono maturato nei quattro anni a Bologna»

Il giovane feltrino è uno dei più applauditi in preparazione. «Mio fratello Alex mi sprona e mi dà consigli»
Gianluca da Poian
I fratelli Alex e Thomas Cossalter
I fratelli Alex e Thomas Cossalter

BELLUNO

Di aspettative addosso ne ha, inutile girarci attorno. Eppure al tempo stesso, il pubblico della Dolomiti Bellunesi lo ha già un po’ adottato e con il suo carico di affetto proverà a farlo diventare la bella sorpresa della stagione. In particolare, di applausi nelle amichevoli ne ha strappati parecchi, così come l’ovazione alla sera della presentazione della squadra.

Thomas Cossalter ha fatto ritorno a casa, dopo gli anni alle giovanili del Bologna. Giocherà assieme al fratello Alex, all’amico di una vita Toniolo e di fronte a quei tifosi che gli vogliono un gran bene. E intanto il tecnico Brando lo sta provando in vari ruoli della metà campo e del reparto offensivo.

Farà così anche domani allo Zugni Tauro di Feltre (ore 18) contro il Pordenone di serie C. Bravo è bravo, la duttilità non gli manca ed ha una generosità calcistica sconfinata, di quelle apprezzate da tutti.

Thomas, eccoti.

«Sono molto, molto contento di essere alla Dolomiti. Lo dico davvero. Ne avevo bisogno, sono assai convinto che mi faccia parecchio bene giocare qui tra la mia gente, in una compagine ambiziosa e dove esistono le condizioni ideali per esprimersi al meglio. Io di certo torno maturato, al termine di quattro anni in cui ho avuto modo di crescere sotto diversi punti di vista. Peccato solo come sia andata l’ultima stagione in Primavera, dove sono stato poco impiegato. Pazienza. Tra l’altro, tornando a Feltre avrò modo anche di studiare Economia e management all’università di Trento, assieme a Toniolo. Seguiremo le lezioni, compatibilmente con gli impegni sportivi».

Francesco: l’amico di una vita.

«Eh sì, qui in ritiro a San Vito condividiamo anche la camera e con noi c’è pure Estevez».

Ed è il momento di condividere lo spogliatoio con tuo fratello Alex.

«Al massimo ciò è avvenuto ai tempi dei Pulcini al San Vittore. In realtà la scelta di venire qui non era condizionata dalla sua presenza, in quanto entrambi abbiamo sempre ragionato pensando alla soluzione migliore per noi. Poi è coincisa e va benissimo così, perché tutti conoscono il nostro rapporto».

Chi è più competitivo tra di voi?

«Ci sproniamo a vicenda, lui mi da molti consigli. Entrambi odiamo perdere, che sia calcio, carte o play station. Ma in queste ultime due specialità lui non regge neppure il confronto: sono più forte».

Le sensazioni per la stagione, sia come collettivo che personali?

«A me il gruppo piace, questi giorni qui in Cadore stanno servendo parecchio. Il direttore e il mister sul concetto di coesione di squadra insistono parecchio. Poi, dal punto di vista personale, vengo provato in diversi ruoli dalla metà campo in su e va bene così, perché in questa fase si cerca di capire dove ognuno di noi rende meglio».

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