Thomas Serafini, due tricolori per sognare in grande. «Ai Mondiali in Colombia voglio essere al top»
Si racconta il campione italiano Juniores di 1500 e 3000.
«Devo molto al mio coach Celato, dopo la maturità farò ingegneria»
BELLUNO
Appassionato di Formula 1, tifoso ferrarista e Charles Leclerc come idolo. Poi non stupitevi, quindi, se Thomas Serafini va così forte di corsa, sulla pista d’atletica. D’altronde il doppio trionfo del fine settimana agli italiani Juniores nei 3000 metri e nei “suoi” 1500 metri, a distanza peraltro di una quindicina di ore, lo testimonia. Se l’atletica azzurra ha scoperto una giovane stella, lo scopriremo più avanti. Però questo ragazzo bellunese, nato e tesserato con la Firex Belluno, sta progredendo a vista d’occhio e a vista di cronometro, non facendosi rallentare neppure dalla maturità da poco lasciata alle spalle.
Adesso – per la precisione, la prima settimana di agosto - andrà ai mondiali in Colombia.
Thomas, un bel periodo intenso.
«Infatti mi sono fermato volentieri al mare una giornata giù vicino a Rieti. Giusto da staccare un po’ la spina, perché tra pochissimo ricomincio la preparazione in vista della Colombia».
A Rieti hai fatto un figurone. Soprattutto, era inaspettato il trionfo domenicale nei 1500.
«Non avevo niente da perdere, essendo già in tasca da qualche settimana il minimo mondiale. Sia nei 1500 di domenica sia in quella dei 3000 di sabato hanno segnato la differenza gli ultimi giri, nei quali ho tenuto bene. Con l’esperienza vissuta nel corso degli anni ho capito come un buon finale valga molto di più rispetto ad una buona tenuta generale. Riguardo ciò, era stata regolata la preparazione in queste ultime settimane. Ci siamo in particolare messi alla ricerca di buona progressione negli ultimi 300, 400 metri. La cosa ha pagato, avendo chiuso entrambe le due gare al di sotto del minuto sull’ ultimo giro».
Da sempre di corsa, vero?
«Ho cominciato a praticare atletica già alle elementari. Poi è stato un continuo crescendo. La svolta comunque credo sia rappresentata dalla vittoria ad Ancona degli indoor nei 1500, nel 2020. Nonostante appena dopo abbia fatto seguito il lockdown causa Covid, ritengo mi abbia dato lo slancio giusto».
In tutto questo, a supportarti c’è sempre il medesimo allenatore.
«Esatto: Roberto Celato. Mi ha costruito nel tempo e devo moltissimo a lui per quanto riguarda il percorso fin qui svolto. Ogni anno arrivo al momento clou della stagione nella forma ideale».
Queste sono ormai le tue de misure.
«Inizialmente mi ero avvicinato in particolare ai 3000 metri. Dopo di che, il trascorrere del tempo ti consente di costruire la tua corsa e perfezioni quelle distanze nelle quali sei più adatto. I 1500 danno grandi stimoli, mentre magari i 3000 risultano essere una competizione più tattica, con molti giri lenti. Ecco, devo dire che aver cominciato a correre 800 metri mi ha consentito di fare un ulteriore step di crescita e il doppio finale di gara lo testimonia. A fine stagione inoltre gareggio sempre nei 5000, in concomitanza con i cambi di allenamento in previsione del periodo invernale».
Ora ti prepari al viaggio in Colombia.
«L’obiettivo è mantenere la condizione, anche se la parte più importante del lavoro è stata svolta tra la primavera e l’estate. Conosco l’ambiente di una competizione internazionale, avendo gareggiato un anno fa a Tallin in Estonia, dove si disputavano gli Europei. Mi attendo una gara aperta ed anche qui le battute conclusive saranno decisive».
Dove ti alleni, essendo in corso di rifacimento la pista del Polisportivo a Belluno?
«A Mel. Anzi, un grande grazie lo rivolgiamo alla società La Piave. Ci mettono a disposizione una struttura nuova di zecca, è l’ideale. Sono inoltre contento che a Belluno si possa presto disporre di una pista completamente rifatta».
84 all’esame di maturità...
«Si è verificata la concomitanza di scritti ed orale con la gara di Feltre dove ho ottenuto il minimo dei 1500 necessari per volare in Colombia. Un bell’impegno. Ma ritengo scuola e sport possano andare di pari passo. L’aspetto prioritario ritengo sia concentrarsi solo su una cosa alla volta».
Ora c’è da fare la scelta universitaria.
«Inutile negare come sia una valutazione legata anche all’aspetto sportivo. Mi piacerebbe studiare ingegneria biomedica a Padova, però vediamo. Di sicuro, sto entrando nel momento in cui anche il percorso da atleta si avvicina al salto tra i grandi».
Ma nell’immaginiamo poco tempo libero che ti resta, cosa riesci a fare?
«Ho la passione della Formula 1. Seguo davvero tanto. Il tifo? Da quando è in Ferrari, l’idolo è Leclerc. Andiamo entrambi sempre di corsa...».
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