Thomas Vettorel, un feltrino doc fra i pali del Cittadella

Il giovane portiere ora abita a Bassano, ma è di Lamon. Da qualche mese è entrato nella rosa della squadra di B

CITTADELLA. Il sogno serie A nel cassetto. La voglia di debuttare tra i grandi con la squadra nella quale è cresciuto, fino a diventare il terzo portiere a neppure 18 anni. Bella la storia di Thomas Vettorel da Lamon, un ragazzo del 2000 da qualche mese entrato a far parte della prima squadra del Cittadella. Gioca nel campionato Primavera 2, ma il grosso degli allenamenti lo svolge seguito da Andrea Pierobon, lo storico estremo difensore granata ora preparatore dei portieri.

Il tecnico Venturato lo ha già convocato per qualche partita, ed in più a luglio Vettorel aveva preso parte al ritiro estivo di Lavarone.

Adesso il promettente numero uno vive a Bassano, decisamente più vicino a Cittadella, ma le sue origini bellunesi non le rinnega di certo.

«Assolutamente. La mia famiglia è feltrina, io sono nato a Feltre e fino a cinque anni fa abitavo a Lamon. Poi con i miei ci siamo trasferiti appunto a Bassano, tra esigenze lavorative loro e calcistiche mie».

E i primi approcci con il calcio?

«Prestissimo, come succede con tutti i bambini. Inizio però da centrocampista nel Mix Esse Elle, ma un giorno, mentre giocavo in giardino con mio nonno materno Adriano, da ex portiere lui mi fa: “Ti vedrei bene in porta”. Ho deciso di provarci, stupendo un po’tutti ed ora eccomi qua. In quarta elementare il Cittadella si interessa a mi chiede di svolgere un allenamento – provino a settimana per metà stagione. Mi portavano i nonni, un po’ come accadde quando i granata decisero di prendermi. Lamon – Cittadella non è proprio la strada dell’orto, però a me non pesava assolutamente. Poi dalla prima superiore siamo appunto andati a Bassano. Ne approfitto anzi per ringraziare nonni e genitori, in quanto mi hanno sempre sostenuto senza mai farmi mancare nulla. Soprattutto mamma, che spesso si svegliava un’ora prima per lavarmi le cose e farmele trovare pronte».

Nonno Adriano ti ha pure trasmesso la fede calcistica?

«Quella no. Lui tifa Inter, mentre io e il resto della mia famiglia siamo milanisti».

Cos’è il Cittadella per te?

«La società che mi ha cresciuto come persona e come giocatore. Da piccolo volevo farmi le foto con Pierobon e Gorini, le due bandiere storiche della società. Adesso sono nello staff tecnico della prima squadra dove mi alleno. Anzi, qualche volta capita i tifosi domandino a me la foto... Se ci penso fa un certo effetto».

Descrivici il tuo rapporto proprio con Pierobon.

«Nutro una grande stima nei suoi confronti, e non potrebbe essere altrimenti. Ciò che ha fatto al Cittadella lo conosciamo tutti. Mi aiuta, mi fa crescere. Lo stesso dicasi di Andrea Campagnolo, ex serie A e mio preparatore in Primavera».

Rapporto con la scuola?

«Sono arrivato sino in quarta Itis, con qualche difficoltà a conciliare i vari impegni ma tutto sommato buoni risultati. A gennaio, quando cioè sono salito definitivamente in prima squadra, mi sono dovuto ritirare anche perché avevo già accumulato parecchie assenze tra ritiri, trasferte con la primavera e così. Da settembre però comincerò le scuole serali, in quanto tengo molto a prendere il diploma».

Tornando ai playoff, come hai vissuto il preliminare contro il Bari? E adesso c’è l’ostacolo Frosinone prima della finalissima…

«Partita diversa da quelle affrontate in campionato. Avevamo due risultati su tre a disposizione, e il pari l’abbiamo ottenuto con grande orgoglio, disputando pure una buona prestazione. Per quanto riguarda i ciociari, vogliamo passare il turno perché qui a Cittadella tutti quanti vorremmo conquistare la serie A. Si va dunque ad affrontare la doppia partita con tanto entusiasmo e voglia di far bene».

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