Timothy Jones chiude l’era di Negrini
Il plurivittorioso corridore bolognese chiude solo quarto, Rumsas tradito dalla catena
CORVARA.
Una, cento, mille ”Maratone dles Dolomites”. Mille, come le storie dei partecipanti, come le loro stille di sudore, come le gocce d’acqua versate nella fontana della solidarietà che aiuteranno Alpidio Balbo a costruire nuovi pozzi in Africa. Alle ”gocce” era dedicata la 21ª edizione della più bella gara cicloamatoriale sui passi di quel monumento naturale che son le Dolomiti e uno stillicidio di emozioni essa ha riservato, a partire dagli sprint di Timothy Jones e Barbara Lancioni, primi a Corvara.
Sei ore di diretta televisiva, per vedere all’opera gli oltre 8500 ”fortunati” cicloamatori ammessi a partecipare alla ventunesima edizione della Maratona dles Dolomites che quest’anno ha voluto regalare la sua solidarietà alla sete dell’Africa nera ed al lavoro che laggiù, da decenni, va svolgendo Alpidio Balbo per ridare dignità e vita alle popolazioni in mano agli ”strozzini” dell’acqua. Decisamente meno, esattamente 4 ore e 32 minuti sono invece bastate all’ex pro Timothy Jones per avere ragione, ma solo allo sprint, dell’accanita resistenza del campione italiano cicloamatori Michele Ladomada con cui ha ingaggiato un entusiasmante testa a tesa fin dalle prime rampe del passo Giau. Gocce di pianto, invece, per il favorito lituano Raimundas Rumsas, messo ko dalla rottura della catena fra il Colle Santa Lucia e l’attacco del Giau e lacrime anche per il campione bolognese Emanuele Negrini che dopo un secondo posto e quattro vittorie consecutive nelle ultime cinque edizioni, ieri ha dovuto accontentarsi della medaglia di legno, alle spalle del ventiduenne bulgaro Aliaksandr Puliukovich.
La gara, condotta dalla ventina dei migliori fino allo scollinamento di Colle Santa Lucia, è entrata nel suo vivo con il guasto tecnico capitato a Raimundas Rumsas. Jones, partito per fare dal gregario al lituano compagno di squadra, ha avuto così via libera per sferrare il suo attacco sui primi tornanti del Giau. L’unico a resistere all’ex pro dello Zimbawe (Amore e Vita e Domina Vacanze le sue due ultime squadre da pro) è stato il campione italiano cicloamatori Michele Laddomada, scollinato con trecento metri di distacco da Timothy Jones sul quale però è rientrato in discesa. Attacchi e contrattacchi sul Falzarego, con i due a guardarsi negli occhi fino a quando non è stato chiaro che la decisione della Maratona sarebbe stata allo sprint. Uno sprint che Timothy Jones ha lanciato sull’interno della curva finale, chiudendo di una lunghezza abbondante su rietino Laddomada, rallentato dalla curva affrontata all’esterno e non più in grado di recuperare nel breve rettilineo in leggera salita che porta al traguardo.
Soluzione quasi analoga nella 138 chilometri per 4190 metri di dislivello femminile, con Barbara Lancioni e Monia Gallucci, già protagoniste dell’edizione 2006, ancora una volta primattrici sull’intera concorrenza. Lotta appassionante, anche in questo caso, sui passi, senza che nessuna delle due sia riuscita a scrollarsi di dosso l’avversaria e finale con uno sprint ”lungo” nel quale Barbara Lancioni ha bissato con relativa facilità il successo del 2006 relegando ancora una volta la rivale di sempre, Monia Bellucci, alla piazza d’onore. Terza, a 42 anni compiuti, Monica Bandini, che ha completato con il podio di ieri un palmares ormai decennale alla Maratona. Giuseppe Corsello, bolognese del Team Salieri, lo stesso di Emanuele Negrini, ha invece chiuso con 3 minuti di vantaggio su Filippo Lorenzon la gara sui 106 km che, in campo femminile ha visto il successo indiscusso e solitario di Olga Cappiello su Marianna Ranieri.
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