Tuffi. Un pizzico di Belluno in vasca a Budapest: la dinastia Nagy-Batki prosegue con Estilla Mosena
«Vive con mamma e papà, con l’Ungheria può puntare a Parigi 2024»
BUDAPEST
Nella bollente Budapest, la storia dei tuffi della famiglia Nagy – Batki – Mosena continua. E se i riflettori in passato si erano accesi appunto su mamma Ibolya Nagy, mentre appartengono ad una storia ben più recente le quattro partecipazioni olimpiche della sorella Noemi Batki, ora è Estilla Mosena a competere nel gotha mondiale della disciplina.
A differenza di Noemi, però, e nonostante le origini bellunesi donate da papà Dario, Estilla sta infatti disputando gli attuali mondiali di nuoto come portacolori della nazionale ungherese. Come appunto mamma Nagy, la quale lo ricordiamo era con l’Ungheria a Barcellona 1992. Proprio all’inizio degli anni ’ 90 Ibolya e il marito Dario Mosena avevano fondato una società a Belluno, dando di fatto il via alla storia dei tuffi bellunesi.
La preparazione delle Olimpiadi 92 avvenne proprio qui da noi ed una volta lasciati alle spalle i Giochi, Nagy si dedicò a tempo pieno al mestiere dell’allenatrice. Così prese passione Noemi Batki (nata nel 1987), anche se di certo allora nessuno avrebbe ipotizzato addirittura un poker di presenze ai Giochi.
Stavolta con il tricolore italiano sul petto, ecco Pechino 2008, Londra 2012, Rio 2016 e Tokyo 2020(1).
Che le sue sorelle Estilla e Tunde Mosena nascessero tuffandosi dal castello della piscina di Lambioi, era pressoché scontato, nonostante poi nel 2005 la famiglia decise di trasferirsi a Trieste. E se Tunde ora è, al pari di Noemi, allenatore della Triestina Nuoto, Estilla ieri ha preso parte alla sua seconda gara questo mondiale ungherese.
Alla Duna Arena, Mosena era infatti tra le 39 tuffatrici al via dei preliminari dal trampolino dei tre metri. La stessa competizione, per intenderci, nella quale era in competizione Chiara Pellacani. 109.20 punti per lei al termine del secondo tuffo, ma il 244.80 al termine delle cinque rotazioni e il conseguente ventunesimo piazzamento non le è bastato ad ottenere il pass per la semifinale del pomeriggio. Comunque una prestazione non negativa, mentre più difficile era stato il pomeriggio dal trampolino di 1 metro, chiuso con 194.15 punti e il 37° piazzamento finale.
«Sono proprio contenta del suo debutto mondiale», sottolinea Noemi Batki, in Ungheria a tifare la sorella. «Lei è venuta a vivere qui un anno fa, raggiungendo mamma e papà. Avendone la possibilità, ha scelto di gareggiare per la nazionale ungherese, essendoci soprattutto meno concorrenza rispetto a quella italiana. Qui è infatti tra le tuffatrici di punta, dopo aver comunque lavorato sodo affinché giungesse la qualificazione iridata. I mondiali tra l’altro dovevano essere disputati in Giappone in primavera e invece è avvenuto in seguito lo spostamento proprio qui a Budapest. Un bel segno del destino».
Estilla viene dall’esperienza di sport e studio in un college americano a Fayetteville, in Arkansas, dove ha continuato a inseguire il sogno di raggiungere un livello internazionale.
«Ha vissuto un’occasione di crescita incredibile», sottolinea Batki. «Per me è stata un’emozione grande vederla gareggiare a questi mondiali. So quanto teneva a tale traguardo e si è comportata da atleta matura qual è. Peccato la semifinale dai 3 metri sia sfuggita di poco. Il nostro legame? Anche se ora viviamo io a Trieste e lei a Budapest, siamo sempre in contatto e ci vediamo in ogni occasione possibile. Vederla a Parigi 2024? Perché no…».
Mamma Ibolya Nagy non nasconde le emozioni.
«Sono contenta, davvero. Non è ancora al meglio dal punto di vista fisico, però ieri era già molto più sciolta rispetto all’esordio dal trampolino di un metro qualche giorno fa. Sono convinta che se prende piena consapevolezza delle sue possibilità, può togliersi soddisfazioni niente male. Avrà modo e tempo di crescere ancora, ed intanto qui in Ungheria la apprezzano molto».
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