Una Lazio da mille e una notte In Arabia la Juve va al tappeto

Apre Luis Alberto, Dybala pareggia, poi Lulic e Cataldi nei minuti di recupero Stesso risultato dell’Olimpico in campionato. E Inzaghi alza un altro trofeo
epa08087346 SS Lazio players celebrate after winning the SuperCoppa Italiana match between Juventus and SS Lazio at King Saud University Stadium, Al-Riyadh, Saudi Arabia, 22 December 2019. EPA/FARIS GHAITH
epa08087346 SS Lazio players celebrate after winning the SuperCoppa Italiana match between Juventus and SS Lazio at King Saud University Stadium, Al-Riyadh, Saudi Arabia, 22 December 2019. EPA/FARIS GHAITH

dall'inviato

Gianluca Oddenino

RIAD (ARABIA SAUDITA). La lezione era fresca, ma la Juve non l’ha capita. Altro che rivincita e primo trofeo dell’era Sarri: la Supercoppa diventa una festa biancoceleste, con il bis della vittoria in campionato di appena due settimane fa. Chiamate Lazio 3-1 3-1 e i bianconeri non risponderanno, travolti dalle giocate, dai gol e dalla qualità di una squadra che adesso può davvero pensare in grande. Perché non si vincono 8 partite di fila in campionato per caso, con il virtuale -3 dal primo posto in classifica, e non si batte la Juve di Ronaldo per due volte consecutive. Figurarsi in una finale così importante che i campioni d’Italia non hanno snobbato, visto il super tridente in attacco fin dal 1’ e i proclami della vigilia. Il 2019 bianconero si era aperto in Arabia Saudita con la Supercoppa vinta contro il derelitto Milan, mentre ora si chiude con un ko che brucia. Perché dopo il 3-1 di Roma, il 3-1 di Riad a stretto giro di posta è un tarlo pericoloso in questa sosta di Natale, oltre che un segnale per la lotta scudetto.

Il primo a stupirsi della prestazione dei suoi giocatori è stato Maurizio Sarri. «Potevo forse cambiare qualcuno visto che eravamo un po’ stanchi – si rammarica il tecnico toscano, che ha perso la sua terza finale delle 4 disputate tra Juve e Chelsea -, ma mi ha fregato l’ultimo allenamento: sembravano brillanti, ma probabilmente non era veritiero». La differenza è stata fisica, la Lazio ha rinviato l’ultima di campionato ed era più fresca, ma anche di gioco e mentalità. Gli uomini di Inzaghi hanno fatto saltare subito il banco con il gol di Luis Alberto al 16’, non hanno fatto una piega per il pareggio di Dybala al 45’ e si sono scatenati nella ripresa con capitan Lulic (gran gol al 28’) prima di fissare il beffardo ed evocativo 3-1 con una punizione alla Baggio della riserva Cataldi all’ultimo secondo. E così nel duello Sarri-Inzaghi spiccano le 2 vittorie su 2 con i 6 gol rifilati dal più giovane allenatore al collega. «Io ho sempre vinto contro la Lazio – prova a sorridere Sarri – e non credo ci faremo condizionare da questo. Sono in un momento magico, ma ci sono ancora 5 mesi: c’è amarezza, ma non mi piango addosso». Testa al futuro, ma la Juve deve correggere in fretta gli errori seriali. Ieri ha lasciato troppo solo Ronaldo, che ci ha provato in tutti i modi, mentre in difesa è successo di tutto. Fuori e dentro il campo tra la bocciatura di De Ligt (85 milioni in panchina) e le falle aperte da De Sciglio e Alex Sandro. —

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