Valmassoi e l’argento alla Pierra Menta. «È la gara più bella, il vero scialpinismo»
«La Pierra Menta? È la gara più bella».
Così Martina Valmassoi, la ski alper di Pozzale di Piave di Cadore che la scorsa settimana ha partecipato, salendo sul secondo gradino del podio, alla 36ª edizione della gara a tappe francese, evento a squadre che va in scena tra le montagne di Arêches-Beaufort in Savoia (Francia) e che fa parte del circuito La Grande Course: 13 ore di competizione in quattro giorni, circa 10 mila metri il dislivello positivo.
In quello che, per storia, livello tecnico, partecipazione di pubblico e richiamo mediatico in molti definiscono il “Tour de France dello scialpinismo”, Martina ha colto la seconda piazza, insieme alla piemontese Katia Tomatis, chiudendo alle spalle della squadra franco svedese rappresentata dalle dominatrici Axelle Mollaret e Tove Alexandersson, protagoniste costanti della Coppa del mondo.
«Alla Pierra ho partecipato tre volte da Junior e sei da Senior», racconta la ragazza cadorina che, oltre a essere un’ottima atleta, lavora nel mondo dello sport come fotografa e social media manager di aziende del settore. «Ero arrivata seconda anche nel 2019, in coppia con Elena Nicolini, ma questa volta è stato più bello. Sono stata contenta di aver trovato neve in questo arido inverno. Avevo qualche timore perché negli ultimi due mesi avevo sciato poco e gare non ne avevo fatte, tranne la Transcavallo e la Monterosa ski alp, entrambe poco prima, anzi pochissimo prima della Pierra. Nessuna gara prima, poi tre gare in venti giorni».
E in Francia è andata alla grande.
«Con Katia, con la quale avevo già gareggiato due volte in Francia, mi sono trovata benissimo. Sì, direi anche è stata la mia miglior Pierra Menta. Una gara straordinaria, anzi la gara. L’evento più bello».
Qual è il fascino della manifestazione francese?
«La Pierra Menta è sci alpinismo vero. I tracciati sono tecnici, mai banali, ogni giorno diversi. Qualcosa di straordinario è poi rappresentato dal pubblico: la gente che trovi lì non la trovi da nessuna parte. Che ci sia brutto o bel tempo ci sono migliaia di persone che salgono a vedere e a fare il tifo: Quando transiti al Col de la Forclaz c’è un boato che ti fa salire l’agitazione. Pazzesco».
Qual è il fascino dello sci alpinismo?
«Lo sci alpinismo è libertà di andare dove il tuo fisico può portarti, è esplorazione, è stare in mezzo alla natura. Lo sci alpinismo ti fa conoscere molto di te e di quello che ti circonda, è stimolante non solo dal punto di vista fisico».
Un po’ come la bicicletta che tu usi per allenarti in vista della stagione invernale ma non solo.
«Sì, anche la bici ti permette di esplorare. Più allenato sei e più cose vedi, più puoi ampliare gli orizzonti».
Sport dunque non solo gesto fisico.
«Lo sport è per me anche un viaggio, un’esplorazione appunto. In questo senso, mi piace pensarmi una “mezza nomade”».
Potremmo rivederti in Coppa del mondo?
«Negli ultimi anni mi sono dedicata alle lunghe distanze. Mi piacciono di più rispetto ai format di Coppa. Non escludo di poterci tornare ma preferirei fare bene in eventi come la Pierra Menta o il Mezzalama. A proposito di lunghe distanze, ho in programma la Patrouille des Glacier, l’evento svizzero al quale non ho mai partecipato e che si svolgerà dal 25 aprile all’1 maggio prossimi».
Lo sci alpinismo è diventato disciplina olimpica e farà parte del programma dei Giochi a partire da Milano Cortina 2026. Che cosa ne pensi?
«Credo e spero che i Giochi possano creare delle opportunità in più per i giovani. Tecnicamente sarà uno sci alpinismo “addomesticato”, ma ugualmente spettacolare. Sarà importante che non si perdano gli eventi che hanno fatto grande questo sport».
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi