Visentin, il candidato Fisi dei presidenti «Io l’uomo che arriva dalla pianura? Ho sciato una vita in queste montagne»

Si infiamma la corsa allo scettro del comitato veneto. Parla il trevigiano (rivale di De Martin) ed

espressione dei numeri uno provinciali. «Un cambio di marcia non vuol dire sfasciare tutto»

Stefano Vietina
Roberto Visentin
Roberto Visentin

BELLUNO

«La mia candidatura? Non è nata direttamente da me, ma dalla base rappresentata dai presidenti dei comitati provinciali e dagli sci club».

Il 10 settembre Roberto Visentin contenderà la presidenza del Comitato veneto della Fisi a Nicola De Martin. Ma smorza le polemiche.

«I rapporti personali sono buoni, sia con Nicola che con il presidente uscente Roberto Bortoluzzi, con il quale ci siamo confrontati prima di presentarci. D’altra parte le nostre sono cariche che si basano sul volontariato».

Ma allora perché si è arrivati ad una spaccatura?

«L’occasione è stata la legge nazionale del 2018 che ha imposto un tetto massimo di tre mandati per le cariche elettive nelle federazioni sportive. A qual punto Roberto Bortoluzzi non era più proponibile e dai comitati provinciali, e da vari sci club che rappresentano la base ed i votanti, mi è giunta la richiesta pressante di candidarmi con un preciso obiettivo: proporre un cambio di marcia, che non vuol dire sfasciare tutto. Ed è quello che contiamo di fare se saremo eletti».

Chi sostiene la sua candidatura?

«I presidenti dei Comitati di Venezia (Marta De Manincor), Padova (Vanni Ceccarello), Vicenza (Luca Lagnerini), e Verona (Marco Castioni), oltre alla bellunese Federica Monti dell’ Auronzo».

Cosa volete cambiare?

«Il comitato regionale ha dei compiti ben precisi: prima di tutto sviluppare l’attività agonistica e portare il maggior numero di atleti ad un alto livello agonistico, senza tralasciare peraltro l’attività di formazione, seguendo anche gli sci club che non hanno l’agonismo come priorità. Si deve cambiare marcia su alcuni aspetti. Anzitutto direi nel rapporto sinergico fra il Comitato regionale e gli sci club, cercando una maggiore interazione ed un miglior coordinamento, con programmi condivisi. Poi proporremo un tavolo di lavoro per tutte le realtà del Veneto legate al mondo della neve, dai maestri di sci agli esercenti degli impianti a fune, dalle stazioni al Dolomiti Superski, così da valutare ogni possibile forma di collaborazione. Quindi, come deve essere, daremo vita a commissioni ad hoc per categorie e specialità, dallo sci alpino al bob/skeleton, dal fondo al biathlon, sci alpinismo, snowboard, skiroll, sci d’erba, freesky; ed anche il mondo dei giudici, della scuola, delle medicina sportiva, etc. In questa nostra gestione ci confronteremo anche più attivamente con i comitati provinciali, ascoltandoli, e ci piacerebbe dialogare anche con la Federazione paralimpica».

Nato a Treviso nel 1962 (stesso anno del contendente Nicola De Martin), Roberto Visentin è titolare con il fratello dell’azienda fondata dal padre, che costruisce a Treviso impianti per la lavorazione e lo stoccaggio dei cereali. La passione per lo sci lo ha preso fin da piccolo.

«Ho giocato a tennis, ho fatto windsurf, ma lo sci è stato il mio sport d’elezione e fino a 20 anni ho fatto agonismo».

Sciando dove?

«Ho fatto gare in tutto l’arco alpino, poi le mie piste sono state e sono soprattutto quelle di Alleghe, Falcade, San Pellegrino e Cortina, dove ho passato buona parte della mia vita. Credo di poter aspirare ad avere la cittadinanza bellunese ad honorem, per quanto tempo ho trascorso sulle nevi di qui. Per questo mi fa sorridere chi vorrebbe farmi passare per il “presidente di pianura”. A parte il fatto che prima di Bortoluzzi il presidente era un vicentino e non mi pare vi siamo stati problemi».

Chi si candida con lei?

«Come consiglieri laici David Alverà, Celso Chenet, Andrea Ciriotto, Vittorio Dal Vecchio, Federica Monti, Davide Pettini e Michele Tommasi. Per i consiglieri atleti non abbiamo indicato dei nomi, perché sapevamo che chi si presentava si occupava di aspetti particolari che trovano anche il nostro riscontro. Come consigliere tecnico è Giulia Gianesini (Sci club Gallio) la nostra candidata a diventare responsabile tecnico dello sci alpino, incarico oggi ricoperto da Nicola De Martin. Per il collegio dei revisori dei conti, segnaleremo come presidente Carlo David e membri Marco Castioni e Paolo Palma. Ciascun consigliere avrà deleghe e responsabilità ben precisi; sono tutte persone con ampia esperienza e notevoli competenze, maturate nei club».

Qualche altro punto programmatico?

«Puntiamo a sviluppare il rapporto con gli sponsor ed a cercarne anche di nuovi, organizzando manifestazioni dedicate e serate a tema, per offrire la giusta visibilità nei giusti momenti, ed il ritorno di immagine che ora manca. Vogliamo affrontare poi il tema della scuola perché è fondamentale conoscere i meccanismi che muovono il provveditorato, il Miur o gli stessi presidi. C’è una totale dicotomia tra gli atleti di club e i ragazzi di montagna, che sciano sempre meno. Non si può far finta di niente, questo bacino dev’essere considerato e rivalutato. Cercheremo di valorizzare anche l’impegno dei Giudici, affrontando ad esempio il tema assicurativo, vogliamo garantire maggiore trasparenza, con più partecipazione della base, che ci ha garantito il primo posto come tesseramento e questo lo dobbiamo solo a loro, in quanto sono i club ad aver emesso le tessere. E se è vero che come Veneto siamo primi a livello nazionale per tesserati Fisi, siamo al terzo posto invece per voti “plurimi” (che sono quelli che contano nelle votazioni) staccati di quasi novemila voti dalle Alpi centrali».

Sicuro di vincere?

«Abbiamo parlato con vari sci club e continueremo a farlo anche con i nostri candidati, vi abbiamo trovato un clima propositivo e favorevole al cambiamento. La nostra candidatura non nasce in contrapposizione alla precedente, ma con spirito di collaborazione con tutti i club e gli attori del nostro bellissimo mondo, per portare una nostra idea di organizzazione e lavoro nel Comitato regionale. Poi siamo uomini di sport quindi, senza creare inutili tensioni o polemiche, se vinceremo, avremo il piacere e l’onere di portare avanti il nostro programma; se perderemo, faremo i complimenti all’avversario e continueremo a dare una mano come abbiamo sempre».

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