Vita da primadonna dell’aquila Olimpia ad Auronzo: simbolo per i tifosi della Lazio e grande amica dei bambini

Il rapace ha 13 anni e non manca mai insieme al falconiere Bernabè

Menù a base di pollo e tacchino e ogni giorno tantissime fotografie

Gigi Sosso
Stefano Da Rin Puppel
Stefano Da Rin Puppel

AURONZO. Vita da star. Chiamala aquila... Aspettando in ritiro gli eurocampioni Acerbi e Immobile, ad Auronzo non c’è Milinkovic Savic o Felipe Anderson che tenga: la stella della Lazio è sempre Olimpia. Se n’è innamorato anche il comandante Sarri, tra un minestrone tattico e un evento mondano biancoceleste. Quando questo meraviglioso rapace arriva al campo sportivo “Rodolfo Zandegiacomo” a bordo di una Renault Kadjar e in compagnia dell’inseparabile falconiere Juan Bernabè, i telefonini cominciano a scattare foto come impazziti e i bambini fanno la fila, davanti alla sua tenda. Si può anche essere, sotto sotto, romanisti, ma come si fa a resistere al fascino di un animale selvatico, che si mette in posa di fronte all’obiettivo e, con alcune precauzioni, si fa accarezzare sul collo, come fosse una gatta?

Olimpia è un’aquila reale canadese, che tredici anni fa è uscita dall’uovo, che la mamma aveva deposto in Alaska. Sembra di vederla che era un pulcino e pare quasi incredibile che da adulta abbia un’apertura alare di circa quattro metri e faccia quasi le feste, nel momento in cui vede il presidente Claudio Lotito. Bernabè, 53 anni, spagnolo di Cadice (Andalusia) l’ha ammaestrata fin da piccola, facendogli da padre adottivo e insegnandole a volare in pubblico. Il viaggio inaugurale è stato quello del debutto casalingo del campionato 2010/2011 contro il Milan. C’era qualche timore quel 22 settembre, come succede per qualsiasi prima volta, ma è stato uno spettacolo vederla decollare con i nastri biancocelesti legati alle zampe e atterrare, quando ai piedi del suo trespolo ha visto un pezzo di gustoso salmone. La partita è finita 1-1: Milan in vantaggio con Ibrahimovic e pareggio di Floccari, a dieci minuti dalla fine.

Da allora, ha sempre incantato, accompagnata dalla colonna sonora dell’inno ufficiale “Vola Lazio vola” di Toni Malco o di “So già du ore” di Aldo Donati. E da allora, ha sempre passato una parte delle vacanze di lavoro in Cadore. Nella squadra solo il preparatore dei portieri Adalberto Grigioni è in biancoceleste da più tempo di lei.

Olimpia pernotta all’albergo Auronzo, insieme a tutto il resto della comitiva. Manco a dirlo è in camera con Bernabè, appollaiata sul suo ramo verde e trattata come una regina. Pranzo e cena con petti di pollo o di tacchino, ma nonostante abbia sempre la pappa pronta rimane un’aquila e non ha mai perso l’istinto della caccia. L’unica cosa che non le è concesso fare è volare liberamente nei cieli cadorini, magari fino alle Tre Cime. Nel 2012, era scappata verso il monte Agudo e quel giorno in tanti erano rimasti in pena per almeno un’ora, prima del suo ritorno allo stadio, tra gli applausi. Adesso ci sarebbe un dispositivo Gps per rintracciarla, ma sempre meglio non rischiare, anche perché di potenziali fidanzati non ne mancano, in giro per le Dolomiti. La leggenda vuole che, negli stessi momenti, sia fuggita anche Victoria, l’amica mascotte del Benfica Lisbona.

La sua residenza ufficiale è al numero 1000 di via Santa Cornelia, a Formello (Roma), il centro sportivo della Lazio. Dalle sue parti, qualche volo se lo fa volentieri, anche per tenersi in allenamento. In biancoceleste, ha vinto due Coppa Italia e altrettante Supercoppa Italiana, scendendo sempre in campo, alla fine delle partite, per fare festa con i ragazzi. Mercoledì torna a Roma e poi via di nuovo per una settimana in Germania, a Marienfeld. L’inizio del campionato non è lontano e Maurizio Sarri conta anche su di lei. —

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