Vittozzi e Wierer, il motore del biathlon amiche nella vita e rivali al poligono

L’altoatesina: «Vorrei avere dei bambini dopo i Mondiali». La sappadina: «Penso già alle Olimpiadi di Cortina 2026» 

TRENTO.  Lisa o Doro, Doro o Lisa. Sullo sfondo il film di Sorrentino: “La grande bellezza”.

Alla vigilia di una nuova stagione sportiva che si preannuncia incandescente, il festival di Trento organizzato dalla Gazzetta dello Sport ha messo, l’una di fronte all’altra, l’altoatesina Dorothea Wierer e la sappadina Lisa Vittozzi.

Tanti sorrisi ma anche una sana competizione. Amiche e rivali allo stesso tempo, ruolo scomodo inseguendo una medaglia: quella d’oro, nell’anno dei campionati mondiali che dopo tredici anni tornano in Italia, ad Anterselva, nella “casa” di Dorothea Wierer.

Il ritmo è incalzante. Da dove si parte? Dall’epilogo dell’ultima coppa del mondo, che ha visto trionfare la Wierer ai danni dell’amica e rivale Lisa Vittozzi.

«È stato un periodo molto difficile quello, non è stato facile per entrambe gestire la tensione ma sapevamo benissimo a cosa andavamo incontro», ha detto la Wierer.

«Come spiegare quel secondo posto? Non so, ho cercato le parole giuste, ma forse non le ho ancora trovate. Per prima cosa devo spiegarlo a me. La tensione mi ha giocato un brutto scherzo, non ero lucida a sufficienza quando invece bisognava esserlo», prosegue Lisa.

Il passato lascia presto spazio al presente e, soprattutto al futuro: c’è Anterselva all’orizzonte.

«Vista l’età potrebbe essere la mia ultima grande chance», dice la Wierer, che giocherà in casa, in uno stadio bollente di tifo che sarà tutto dalla sua parte.

E Lisa? «Non ci tengo a fare la vittima sacrificale», mette in chiaro, «cercherò di giocarmi al meglio le mie carte, partendo dal fatto che avrò un anno in più di esperienza alle spalle. Una cosa è certa, non commetterò più certi errori».

L’età è dalla parte della Vittozzi, che davanti ha ancora tante chance per riprendersi il maltolto ma nello sport, e nel biathlon in modo particolare dove conta ogni minimo dettaglio, nulla è da considerare scontato.

«Si parla troppo del dualismo Wierer-Vittozzi ma in gara ci sono altre atlete molto forti, quest’anno non sarà una lotta a due come invece si vuol far credere», dicono entrambe. Pretattica? Chissà. Sta di fatto che, grazie a Doro e Lisa, il biathlon italiano è balzato agli onori della cronaca ed oggi, in tanti lo seguono, incollati alla tv.

«Quando ho iniziato a gareggiare, se un’italiana arrivava quarantesima era una festa», ricorda la Wierer a testimoniare la crescita esponenziale che questo sport, di fatica ma anche di precisione, ha fatto registrare in Italia nell’epoca moderna.

Già, Doro e Lisa: due atlete messe l’una di fronte all’altra dalla dura legge dello sport, ma come sono nella vita privata? Diciamolo pure: molto diverse. A cominciare dalla colazione.

«Io mangio Porridge e noci, un po’ all’inglese», racconta Lisa. «Io? Pane e nutella», ribatte la Wierer tra le risate del pubblico.

E poi? «Amo gli aperitivi con gli amici» ha rivelato la Wierer mettendo in mostra quel lato più “scanzonato” molto spesso tenuto nascosto, sia in gara che in tv, «dentro casa non ho nessuna medaglia, tantomeno coppe. Ha tutto mia mamma. Quando sono in casa mi piace pensare ad altro. Cucinare? Giusto pasta in bianco, meno male che ci pensa mio marito».

E Lisa? «Da bambina sognavo di giocare a calcio, poi mi sono cimentata con lo sci alpino, ma una mia amica mi è franata addosso procurandomi un serio infortunio. Mi sono talmente spaventata che da quel momento non ho messo più gli sci ai piedi. Vivere a Sappada mi ha facilitato nell’avvicinamento allo sci di fondo. Mi affacciavo alla finestra e vedevo Silvio Fauner e Pietro Piller Cottrer. Sappada è il paese delle medaglie olimpiche, una piccola capitale sportiva. Sono felice di essere nata lì, dallo sci di fondo al biathlon è stato un percorso naturale, dettato dalla passione e da nessun altro».

Già, il calcio: ed allora per chi tifano Doro e Lisa?

«Per la Juventus», rivela la sappadina, a cui la Wierer replica.

«Ho visto una sola partita di calcio in vita mia, lo scorso anno Roma-Barcellona in Champions League. Tifo Roma? No, mi piacciono Cristiano Ronaldo e Dybala».

Pregi e difetti? Ahia, qui la faccenda si fa complicata.

«Il pregio di Lisa? È ambiziosa ed ha una forte autostima: ma era davvero un complimento? E un difetto? È testarda».

Tocca alla Vittozzi: «Un pregio di Dorothea? Sorridente e positiva. Difetto? È testarda e quando vuole, rompe...».

Andiamo bene. Non ci sono attimi di pausa, il ritmo è incalzante e la gente apprezza. Lisa e Doro come Coppi e Bartali. Paragone un po’ ingombrante, ma le ragazze non sentono la pressione. O almeno non danno a vederlo. E la vita sui social? Molto diverse anche qui.

«Bisogna stare molto attenti a come usarli», taglia corto la Wierer in quella che appare a tutti gli effetti una “gara” di like, «non sono per niente social, tutti mi spronano ad esserlo di più», ribatte la Vittozzi, «tengo molto alla mia vita privata ma mi rendo conto che la comunicazione oggi è fondamentale anche nel nostro mondo. Ho ceduto, da ora in poi posterò più foto».

Per chiudere, il futuro cosa riserverà ad entrambe?

«Vorrei avere una famiglia con dei bambini», rivela la Wierer che anche in questo caso lascia trasparire quell’animo “umano” molto spesso tenuto nascosto dietro la tensione agonistica, «prima però dovrò imparare a cucinare».

E Lisa? Lisa ha le idee molto chiare.

«Voglio andare alle Olimpiadi di Milano-Cortina 2026».

Chapeau. Per entrambe, Brave ragazze, e che vinca la migliore. —


 

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