Agordino: oggetti sacri lucidati a peso d'oro
Nomade a processo per tentata truffa ad un sacerdote dell'Alto Agordino
A destra un sequestro di oggetti sacri in una foto d’archivio Sotto l’ingresso del tribunale
AGORDINO.
Aveva proposto al parroco dell'Alto Agordino di lucidargli gli oggetti sacri per la modica cifra di 100 euro. Solo che poi, alla consegna, avrebbe preteso 13.000 euro. Per questo motivo un nomade, residente fuori provincia, è finito davanti al giudice delle udienze preliminari, Aldo Giancotti, con l'accusa di tentata truffa. I fatti risalgono a qualche mese fa. L'uomo si era presentato nella canonica di un paese dell'Alto Agordino per proporre al parroco di lucidargli gli oggetti sacri. Dopo qualche tentennamento, il sacerdote accettò la proposta, affidandogli alcuni oggetti, non senza prima essersi accordati sul prezzo: 100 euro per il servizio. Pochi giorni dopo, ecco che l'uomo ritorna. Gli oggetti sono stati lucidati in modo perfetto, ma all'atto di riscuotere i soldi il "lucidatore" pretende diverse migliaia di euro. Secondo quanto appreso, una cifra attorno ai tredicimila. A quel punto, chiaramente, il sacerdote declina l'invito e denuncia il "lucidatore" per tentata truffa. Stando a quanto s'è appreso l'imputato si difende sostenendo che gli sarebbero stati ordinati lavori più complicati della semplice lucidatura e, per di più, ad un prezzo inferiore ai tredicimila euro. L'episodio è emerso, nel corso di un'udienza preliminare. Davanti al giudice delle udienze preliminari Aldo Giancotti, pubblica accusa e difesa hanno contrapposto tesi differenti. Il pubblico ministero ha chiesto ed ottenuto il rinvio a giudizio del nomade per l'accusa di tentata truffa. Da parte sua, la difesa dell'imputato si riserva chiarimenti futuri sulla posizione del suo cliente in sede giudiziaria. A partire già dalla prima udienza a carico dell'imputato, che il giudice Giancotti ha fissato per i primi giorni del prossimo giugno. Tra i testimoni chiamati a deporre, oltre agli investigatori che hanno condotto le indagini, anche il sacerdote, che non s'è costituito parte civile contro l'imputato.
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