Bottura allo sprint su Alajmo L’Espresso conferma i vertici

Un nulla divide La Francescana dalle Calandre e dal Pergola di Heinz Beck, sale Perbellini Fra i veneti in crescita i veneziani del Caffè Quadri. Più su pure Cera che raggiunge il Laite
Di Renato Malaman

FIRENZE. Il fotogramma del fotofinish è lo stesso dello scorso anno. Fissa lo stesso ordine d’arrivo, con l’unica eccezione che nella volata per il primato manca il solo Vissani, rimasto una ruota indietro agli altri.

La palma del migliore nell’edizione 2013 della guida “Ristoranti d’Italia” de L’Espresso spetta anche quest’anno a Massimo Bottura e al suo ristorante La Francescana, che si trova a Modena. Enzo Vizzari, curatore della guida presentata ieri al Mercato San Lorenzo di Firenze, gli ha attribuito 19,75/20, un quarto di punto in più rispetto a Massimiliano Alajmo del ristorante Le Calandre di Rubano, chef padovano che è stato il più giovane cuoco al mondo a conquistare le tre stelle Michelin (28 anni, nel 2002) e ad Heinz Beck, tedesco de Roma, profeta della cucina mediterranea al Pergole dell’Hotel Rome Cavalieri Hilton di Roma.

Segue un folto drappello di ristoranti che ben rappresentano il “made in Italy” a tavola: il retrocesso Vissani di Baschi, l’Uliassi di Senigallia di Mauro Uliassi (un genio maturo), il Combal.Zero di Rivoli torinese forte della creatività di Davide Scabin, il Piazza Duomo di Alba sorretto dall’entusiasmo talentuoso di Enrico Crippa e il sempre più sorprendente Niko Romito, cuoco abruzzese che ha saputo centrare una promozione anche dopo il trasloco del suo Reale da Rivisondoli nella nuova sede “Casadonna” di Castel di Sangro. A 18 altri primattori della cucina italiana: da Cracco ai Santini del Pescatore di Canneto sull’Oglio (dove in cucina c’è ora Giovanni, il figlio di Nadia e Antonio Santini), la Madia di Licata orgoglio di Sicilia (sale di mezzo punto) come pure il Duomo di Ragusa di Ciccio Sultano (stesso punteggio e stessa promozione), il Villa Crespi di Orta San Giulio, magione aristocratica dove si esprime il grande Antonio Cannavacciuolo. A 18,5 c’è pure l’Enoteca Pinchiorri di Firenze, un evergreen.

Se il ragionamento sui risultati si sposta sul Veneto, va innanzitutto posto l’accento sulla straordinaria continuità di rendimento dei ristoranti della famiglia Alajmo. Le Calandre di Rubano, anche in un momento di difficoltà per il settore lusso, continua a costituire un punto di riferimento per l’alta cucina italiana. Anche per iniziative di solidarietà, come la manifestazione “Il gusto per la ricerca” a cui ogni anno aderiscono alcuni fra i migliori colleghi di Massi Alajmo: finora ha permesso di raccogliere quasi un milione e mezzo di euro per “La città della speranza” legata a Oncologia pediatrica di Padova e per altre onlus che operano nel mondo dell’infanzia che soffre. Un valore aggiunto all’attività a cui gli Alajmo tengono molto. Un valore per fortuna condiviso, a conferma che anche l’alta cucina ha un cuore.

Il Grancaffè e Ristorante Quadri di Venezia, l’ultimo nato di casa Alajmo, sale ancora. Dopo la stella Michelin 2012, arriva il 17,5/20 della guida Espresso che lo piazza al quarto posto assoluto della classifica veneta, preceduto solo (oltrechè dalle Calandre), da La Peca di Lonigo (confermata a 18) e dall’ascendente Perbellini di Isola Rizza, dell’ecclettico Giancarlo, chef e imprenditore a tutto tondo nel campo della ristorazione.

Sale anche l’antica osteria Cera di Lughetto di Campagna Lupia. Lionello Cera sembra aver trovato nuovo slancio e nuovo entusiasmo. Il suo pesce d’autore gli ha regalato un bel 17/20! Meritato.

Raggiunge in classifica il confermatissimo Laite di Sappada, locale di cucina eroica verrebbe da dire, fatta in montagna e con ingredienti semplici di montagna. Per gourmet che amano la montagna.

Restando nel Bellunese altre due belle novità: il San Lorenzo di Puos d’Alpago sale di mezzo punto a 16,5. E lo stesso fa il leggendario Dolada, che si porta a quota 16.

A 16 altre promozioni importanti per la cucina veneta. Quella del ristorante Le Coq di Marano Vicentino ha del clamoroso. Lorenzo Cogo, enfant prodige della cucina italiana, con esperienza in tutti i continenti a soli 25 anni, ottiene un punto e mezzo in più in un solo colpo. Vizzari lo ha premiato anche per il miglior pranzo dell’anno! Sale a 16 anche il Gellius, faro della Marca a tavola, ristorante di charme ambientato fra gli scavi romani che guarda con curiosità alla qualità e all’innovazione. A 15,5 c’è La Montecchia, il terzo locale della famiglia Alajmo. Lo dirige papà Erminio con Mauro Meneghetti. Un’oasi serena affacciata sui campi da golf. Per la cucina veneta l’esame della guida 2013 de L’Espresso ha avuto un esito più che positivo.

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