Cucine ospedaliere settemila firme in difesa del servizio

La Cisl a Venezia per consegnare all’assessore Coletto la petizione contro l’esternalizzazione dei pasti per i pazienti

BELLUNO. Consegna a domicilio le settemila firme raccolte in provincia di Belluno contro l’esternalizzazione delle cucine degli ospedali di Belluno ed Agordo.

Il segretario provinciale della Cisl Fp, Fabio Zuglian - insieme alla collega veneta, Mary Pallaro - e i capo cuochi di Belluno e Agordo, Stefano Sommacal e Rino Selva Moretti, accompagnati dal consigliere bellunese Franco Gidoni, hanno incontrato l’assessore regionale Luca Coletto a Venezia.

«Gli abbiamo spiegato la situazione relativa alle cucine degli ospedali di Belluno ed Agordo», commenta Zuglian, «una situazione alquanto peculiare, visto che l’Usl 1 è l’unica che gestisce la preparazione dei pasti in proprio. Al suo interno lavorano più di 40 tra cuochi e operatori, che preparano all’anno 320 mila pasti al San Martino e 180 mila ad Agordo. Il costo è molto competitivo rispetto al privato: sei euro a pasto. Se non bastasse questo a evidenziare la qualità del servizio, ecco le 7 mila firme raccolte. Sarebbe un peccato perdere le competenze di tanti operatori, se le cucine venissero esternalizzate».

All’assessore Coletto, oltre alle firme è stato presentato anche il progetto, avanzato alcuni anni fa dal sindacato, che prevede la preparazione, da parte delle cucine dell’ospedale, dei pasti anche per la casa di riposo Gaggia Lante. «Non dimentichiamo che, se il servizio fosse esternalizzato, non ci sarebbe alcun risparmio economico, visto che il personale dovrebbe essere ricollocato. A questo punto l’assessore», precisa Zuglian, «si è reso disponibile a valutare il piano che comprende anche la Sersa». (p.d.a.)

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