La Cassa Solidarietà ha erogato fondi a cinque soci in crisi

Luxottica. Aumentati il fondo contro il disagio economico, il tetto dei rimborsi pro capite e le prestazioni sanitarie
fabirzio campedel e paolo chissalè
fabirzio campedel e paolo chissalè

AGORDO. Oltre 2.200 associati, divisi tra i vari stabilimenti di Luxottica (Agordo, Sedico, Cencenighe, Pederobba e Lauriano Po): sono i lavoratori che possono usufruire dei benefici della Cassa Solidarietà aziendale lavoratori Luxottica (Csa), che permette di rimborsare una parte delle spese mediche e scolastiche sostenute, nonché di erogare aiuti straordinari a famiglie in crisi economica.

A snocciolare i dati di uno strumento fondamentale per i dipendenti del colosso dell’occhialeria, sono il presidente e vice presidente della stessa Cassa, Fabrizio Campedel e Paolo Chissalé.

In 18 anni di vita, la Cassa solidarietà ha erogato ai propri soci oltre 1.368.000 euro, 186 mila nel solo 2013. Tra questi rientrano i 35.351 euro stanziati a favore di cinque lavoratori per interventi solidaristici-umanitari, ovvero per sanare quelle situazioni economiche difficili, che “minano” la sopravvivenza stessa del nucleo familiare; in questi casi la Cassa è servita a pagare qualche rata del mutuo piuttosto che una bolletta: «E questo, purtroppo, è un dato in crescita, visto che nel 2012 per interventi cosiddetti straordinari erano stati erogati solo 10.237», dicono i due rappresentanti. «Questo è il segno che la crisi non risparmia nessuno, neanche chi lavora a Luxottica». Visto l’aumento di richieste di aiuto, l’assemblea dei delegati della Cassa di solidarietà ha deliberato di implementare questo fondo specifico con buona parte dell’utile di esercizio 2013 (45.842,49 euro), portando così l’ammontare a 210 mila euro.

Le risorse vengono erogate in base alla situazione patrimoniale del nucleo familiare, cioè l’Isee. L’intervento più corposo riguarda il contributo per le spese sanitarie (erogati l’anno scorso 123.730 euro) e gli assegni di maternità (14.100 euro); dal 2008 la Cassa contribuisce anche alle spese sostenute per l’applicazione di apparecchi ortodontici e protesi (9.655 euro) e per l’università (3.500 euro).

Nel 2013, il bilancio della Cassa si è chiuso con un attivo di circa 500 mila euro, raccolti in parte dagli stessi lavoratori, che versano volontariamente 7 euro al mese, in parte dall’azienda, che sborsa 4,10 euro mensili per ciascun iscritto.

Nell’ultimo anno sono state innalzate le quote associative per poter alzare il tetto di rimborso per ciascun lavoratore: si va da un minimo di 250 euro a un massimo di 300 euro. «La disponibilità economica del fondo ci ha permesso di incrementare le prestazioni per le quali i nostri associati possono chiedere il contributo. Ne abbiamo aggiunte soprattutto a livello medico-specialistico, dalle cure dentistiche alle visite specialistiche private. Ora, in base all’Isee, un lavoratore può ottenere un contributo fino all’81% della spesa sanitaria sostenuta», cocludono Chissalé e Campedel.

Paola Dall’Anese

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