Luxottica, Del Vecchio cerca il successore di Guerra

Divorzio annunciato tra il top manager milanese e il patriarca della multinazionale di Agordo. Puppato (Pd) twitta: «Bene per la politica». Il titolo sprofonda in Borsa (meno 7%), poi si riprende
L'ad di Luxottica Andrea Guerra in una recente immagine. ANSA/DANIEL DAL ZENNARO
L'ad di Luxottica Andrea Guerra in una recente immagine. ANSA/DANIEL DAL ZENNARO

BELLUNO. Differenti strategie, due diversi progetti di vita, stock option generose ma anche un fisiologico ricambio. In attesa della versione ufficiale, potrebbero essere queste le ragioni della frattura tra Leonardo del Vecchio e Andrea Guerra. Luxottica non commenta ma non smentisce: «Confermiamo che da tempo il presidente e l’ad si stanno confrontando sulle migliori strategie future del Gruppo». Che per gli esperti significa: «Le posizioni su un accordo di buona uscita sono ancora lontane».

A poche ore dalla soffiata secondo cui Andrea Guerra potrebbe lasciare presto il colosso dell’occhialeria di Agordo, si sono inseguite sempre di più le voci di un suo futuro impegno in politica. Al punto che qualcuno ha addirittura ipotizzato un rimpasto di governo a settembre. La stessa Laura Puppato, senatrice Pd, sembra avvalarorare questa ipotesi in un tweet: «Via Guerra, male per Luxottica bene per la politica».

Non è lontano (era il febbraio 2014) il «no» alla chiamata di Matteo Renzi per diventare ministro allo Sviluppo economico, incarico che poi fu assegnato a Federica Guidi. Il suo nome poi era balzato alle cronache quale possibile amministratore di aziende di stato come Eni o Enel. Forse i tempi oggi sono maturi per nuove esperienze. O forse, come dicono altre fonti, per Guerra si aprirà la nuova porta in una multinazionale statunitense.

Sia come sia, non sono oggi ancora del tutto chiare le ragioni dell’adieu che si potrebbe concretizzare tra settembre e fine anno. E se i più neutri analisti considerano «naturale» un ricambio del management dopo dieci anni di vita aziendale, seppur con ottimi risultati, spesso da record, fonti vicine alla vicenda confermano che «da qualche tempo Del Vecchio e Guerra non erano più in sintonia».

I rapporti, spiegano le nostre fonti, si sarebbero deteriorati negli ultimi mesi. Pare che a Del Vecchio non sia piaciuto proprio il fatto che a Guerra fosse stato offerto un ministero da Renzi e che lui lo avesse considerato. Una mancanza di chiarezza nelle intenzioni che potrebbe aver fatto vacillare una sicurezza: quella di un manager fedele alla guida della propria creatura; complici anche i crescenti interessi fuori dall'azienda dell’ad che solo pochi mesi fa si era ritrovato a incantare una platea di alunni in Bocconi dopo l’exploit alla Leopolda nel 2013. Un attivismo poco familiare a del Vecchio da sempre uomo schivo e dal profilo poco pubblico.

Non solo: tra gli elementi d’attrito qualcuno riporta anche 75 milioni di stock option incassati negli ultimi due anni. Invece, pare abbastanza infondata la frizione sull’accordo con Google per la produzione dei Google Glass, firmato da Luxottica a marzo 2014. «Del Vecchio è un grande imprenditore, l’esempio più eclatante in Italia - spiega il bocconiano Giorgio Brunetti, autore del volume «Del Vecchio e Luxottica».

Dieci anni fa prese il miglior manager su piazza. Si va d’accordo fino a un certo punto poi si inciampa in visioni diverse: la proprietà può scegliere di tenere l’ad, lo fece Agnelli con Romiti, ma non tutti i manager si identificano fino alla morte con l’azienda». Ora però per il Gruppo si apre una fase critica ma anche una grande chance, quella del ricambio. «Una pista porterebbe a un manager straniero di una multinazionale tricolore. In alternativa ci sarebbe un dirigente di un gruppo lombardo non quotato, che in passato e per altri incarichi ha avuto modo di incrociare Del Vecchio» ribattono le agenzie. «Luxottica e i Del Vecchio hanno dimostrato di saper integrare e valorizzare brand come Ray- Ban e Brooks Brothers (Claudio Del Vecchio) mantenendone l’identità - commenta il professore Giovanni Costa -. Forse sono una delle poche famiglie che potrebbe aspirare a creare in Italia un polo di brand del lusso come hanno fatto gli Arnaud e i Pinault». In Borsa intanto ieri il titolo è sprofondato, arrivando a cedere in mattinata quasi il 7%. Ridotte le perdite, l’azione ha chiuso a 39,06 euro in calo del 3,67%.

Guerra, milanese classe 1965, è in Luxottica dal 27 luglio 2004, quando lasciò Merloni Elettrodomestici, di cui era amministratore delegato dal 2000. Il suo contratto è in scadenza al termine del primo semestre 2015.

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