Luxottica, piace il nuovo accordo

AGORDO. Lavorare per Luxottica è considerata una sorta di privilegio ad Agordo. Tanto che chi è escluso si sente quasi “discriminato”. Il patto generazionale, qui, in realtà, già da tempo è stato attuato, anzi in molti casi siamo addirittura alla staffetta familiare. Ne è un esempio Ivana Benvegnù, 30 anni nello stabilimento agordino, la cui figlia ha iniziato come stagista in ufficio e «ora il lavoro le piace tantissimo. Io sarei stata d’accordo con il passaggio familiare, visto che oggi è difficile trovare un impiego».
Di fronte al nuovo integrativo, il giudizio è positivo per la maggior parte dei cittadini, anche se qualcuno critica il meccanismo di precarietà messo in atto in questi anni dall’azienda: «Conosciamo molti che dopo tre anni sono stati lasciati a casa», dice Antonio. E qualche altro se la prende con la monocultura dell’industria che «sta distruggendo il turismo e sta appiattendo anche culturalmente l’Agordino», come dicono Giulia e Francesca.
«Bene che si parli di 600 assunzioni», commentano Maria Rosa Schena e Renzo Cadorin, da tre anni in pensione dopo una vita in Luxottica. «Quest’azienda ha aiutato molto, non solo le persone ma anche il territorio a livello economico. Se non ci fosse, sarebbe dura». Ma una “svecchiata” la società la sta già attuando. Ne sono testimoni Diego e Fabrizio, il primo bellunese e il secondo marchigiano. Nei volti l’entusiasmo e la voglia di fare tipica dei loro trent’anni. Diego da 10 anni lavora negli uffici di Luxottica, Fabrizio da sei. «Siamo fortunati perché con Luxottica abbiamo dei privilegi: abbiamo la palestra e la mensa gratis, e da poco abbiamo percepito anche il pacco aziendale. Si lavora sodo, ma si hanno anche soddisfazioni», dice Fabrizio che da novembre sarà per sei mesi negli Usa, scelto dal colosso dell’occhiale. «C’è la possibilità di progredire, di migliorare, se si ci si fa avanti», commenta Fabrizio. Della stessa idea anche Pietro Bottegal, da un decennio nella fabbrica di occhiali «un’azienda che è cresciuta velocemente e che sta al passo con la tecnologia. Dentro tutti si danno un gran daffare».
Anche chi viene dall’estero guarda con fiducia a Luxottica. Come Adreea Neculai, 28 anni, entrata 11 anni fa nello stabilimento, «dove mia mamma lavorava con la cooperativa che faceva le pulizie. Mi piace stare lì», dice Andreea che si è inserita molto bene, tanto che è già rsu della Femca Cisl e il cui marito è anch’egli dipendente dell’occhialeria.
Si dice contenta dell’attenzione che il nuovo integrativo ha per la famiglia, riservando «una settimana di permesso per l’inserimento a nido», ma anche per chi è in difficoltà, «come la banca-ore etica. È molto utile specie per chi come me ha due bambini piccoli e ha necessità di avere più giornate a casa», e per chi vuole studiare. «Ho ripreso gli studi superiori e se avrò una buona media potrò usufruire anche di una borsa di studio abbastanza cospicua. Speriamo», conclude, «che molte colleghe assunte a tempo determinato e ora a casa, possano rientrare in azienda con questo accordo». Resta, comunque, in tutti la curiosità di vedere come i bei propositi dell’integrativo saranno applicati.
Intanto, dall’azienda arriva una nota in cui si evidenzia che «l’accordo testimonia, ancora una volta, la volontà di considerare le relazioni industriali terreno naturale di sperimentazione e di innovazione. Il successo di Luxottica si misura nei risultati economici e, come sempre nei suoi 54 anni di vita, in un modo di fare impresa che dà centralità al benessere dei lavoratori e al rinnovamento continuo dell’organizzazione tramite la gestione armoniosa dei passaggi generazionali».
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