Luxottica, sette indagati e multa record
BELLUNO. Sette indagati (tutti manager di spicco del Gruppo, tra i quali anche l’ex amministratore delegato Andrea Guerra) per il reato di “dichiarazione infedele” e una multa record: 129 milioni 790 mila 713 euro e un centesimo. Peraltro già pagata, chiudendo così ogni contenzioso con il Fisco.
Per Luxottica le cifre da capogiro non riguardano solo i ricavi o il rendimento in Borsa e la conferma è arrivata dalla verifica fiscale effettuata dal Nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza di Belluno, che ha contestato al colosso dell’occhiale un’elusione fiscale, derivata da un uso ritenuto non corretto della politica di “Transfer pricing”, su una base imponibile ricostruita di 300 milioni 156 mila 10 euro e 82 centesimi. Spalmata su cinque annualità d’imposta, più precisamente dal 2007 al 2011.
Ma se con lo Stato italiano Luxottica non ha più alcuna pendenza, essendosi messa in regola dal punto di vista amministrativo e fiscale scegliendo la strada dell’adesione integrale ai verbali della Guardia di finanza, altra storia è quella relativa al filone parallelo del procedimento penale avviato dalla Procura di Belluno, con sette persone indagate per “dichiarazione infedele”. Tra queste figurano l’ex amministratore delegato Andrea Guerra (relativamente al solo 2007) e i manager Enrico Cavatorta, Paola De Martini e Omar Pilotto (per tutte le cinque annualità), Enrico Mistron e Andrea Cecchet solo per l’annualità 2008 e in concorso con gli altri.
I reati contestati. Errata applicazione della politica di Transfer pricing, ovvero delle politiche di trasferimento dei prezzi (regolate a livello internazionale) per l’acquisto di beni e servizi fra le imprese “satellite” che ne fanno parte. Transazioni infragruppo che devono avvenire a “valore normale” di mercato, ma che Luxottica (secondo le Fiamme Gialle) ha sfruttato per spostare redditi imponibili in paesi a fiscalità più vantaggiosa. Il gruppo, in pratica, vendeva ad alcune “wholesale” (società distributrici consociate) i suoi prodotti a prezzi più bassi del “normale” in modo da concentrare in quelle sedi, registrate in paesi con pressione fiscale più bassa, i margini di profitto più elevati. Transazioni irregolari riscontrate nelle sedi europee di Belgio, Grecia, Irlanda, Paesi Bassi, Portogallo, Spagna e Turchia, in Australia, Brasile e Messico. Vantaggi fiscali rilevanti se si considera che nel 2007 le aliquote sui profitti per le società in Italia si attestavano al 37,25 per cento in Italia mentre, ad esempio, in Irlanda erano al 12,5 per cento.
Multa record. Luxottica ha regolarizzato la sua posizione con il Fisco, accettando di pagare, in tre tranche (nel 2013 quella relativa al 2007, le altre due nel 2015) una multa di 129 milioni 790 mila euro, comprensiva di sanzioni e interessi. Considerando la base imponibile (300 milioni) sulla quale è stata contestata l’elusione fiscale, lo scherzo è costato al Gruppo qualcosa come 70 milioni di euro di tasse pagate in più rispetto a quello che avrebbe dovuto versare dichiarando quei capitali in Italia.
Le indagini. Il Nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza di Belluno ha avviato i controlli a fine 2012. Prassi normale visto che in Italia, per legge, le “aziende di più rilevanti dimensioni” vengono controllate ogni anno. Il 14 gennaio 2013 sono state perquisite simultaneamente la direzione generale di Milano (compreso l’ufficio di Leonardo Del Vecchio, risultato però estraneo ai fatti) e le sedi bellunesi del Gruppo ad Agordo e Sedico. In realtà due i fascicoli aperti (ma si tratta di un unico filone di indagini) dalla Procura di Belluno: il primo, relativo al solo 2007, e il secondo per le annualità dal 2008 al 2011.
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