«Musulmano, ma non fanatico»
LONGARONE. Musulmano sì, fanatico no. F. Abdessalam Pierobon si è fatto vivo come Pierangelo Pierobon. Il longaronese convertito all’Islam ammette di aver conosciuto sia il bosniaco Ismar Mesinovic che il macedone Munifer Karamaleski al centro culturale islamico Assalam di Ponte, ma non ha condiviso e non condivide la loro scelta di partire per la Siria, per andare a combattere contro le milizie del presidente Assad.
Mai stato da quelle parti: «Sono stato amico di Mesinovic, ma tanto per cominciare non ho mai lavorato come imbianchino. Non è questa la mia professione: nell’ultimo anno, ho prestato servizio per un’azienda, che gestiva lavori in subappalto della Società Autostrade e questo fino a luglio. In precedenza, ho fatto il pizzaiolo a Belluno e per un periodo in Austria, nel corso del 2012. Non mi sono mai allontanato dalla città e ho frequentato regolarmente l’associazione di Ponte nelle Alpi. Perciò non sono mai andato in Siria, Iraq, Serbia, Macedonia o qualsiasi altra nazione dell’est europeo».
I rapporti con Mesinovic, l’imbianchino trapiantato a Longarone e morto in battaglia, ad Aleppo, con moglie e figlio piccolo a carico, di cui non si sa nulla, ci sono stati: «Non mi ha mai esternato l’intenzione di voler lasciare l’Italia per andare a combattere in Siria. Non condivido le iniziative violente, come non le condivide l’intera comunità locale, frequentata da padri di famiglia, cittadini onesti e lavoratori».
Ma che sia partito e morto, è certo, fra l’altro dopo un’esperienza comune in un corso dell’arte marziale Kyusho: «L’ho sempre conosciuto come una persona di cuore, disponibile ad aiutare chiunque ne avesse bisogno, non solo nella comunità, perciò non mi spiego nemmeno io la sua scelta improvvisa. Ho appreso della sua morte telefonicamente da un membro della comunità. Non mi ha chiamato, quando ha deciso di partire, mi ha solo detto che sarebbe andato in ferie con la famiglia. Il kyusho non l’ha mai frequentato ad eccezione - per quanto ne so io di una lezione di prova gratuita nel 2012. Io frequentai più lezioni, senza però mai conseguire nemmeno il primo livello di questo sport».
Karamaleski è partito con Mesinovic, insieme a moglie e tre figlie da Palughetto di Chies: «Lo conoscevo solo come membro dell’associazione di Ponte, ma non l’ho mai frequentato. Ho letto con profondo sgomento che sarei in Siria e prima che sarei un esperto di Kyusho, che avrei consigliato a Musinovic il corso e che il presidente di Assalam. Labarki avrebbe perso le mie tracce. Tutto questo non è vero».
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