«Non è facile arrivare alla fine del mese»
Una sfilata con tanta rabbia: «Chiediamo cento euro, non la luna»
Gli operai della Pandolfo di Lentiai in corteo
LENTIAI.
«Le paghe sono basse. Non è facile nemmeno scioperare e rinunciare a una giornata di stipendio, ma è giusto farlo». Marilena Sartor, operaia della Costan da otto anni, si definisce "molto arrabbiata". «Degli operai si continua a parlare poco nonostante siamo noi a tirare avanti il paese, eppure non chiediamo le stelle».
Difficile darle torto, quando la rivendicazione principale è un aumento in busta paga di cento euro lordi per i dipendenti di terzo livello. «Da quando è entrato in vigore l'euro i salari non sono mai stati calcolati sulla base dell'inflazione reale e così arrivare alla fine del mese è diventata una missione impossibile». Quanto all'adesione alla protesta di piazza Sartor è abbastanza critica: «Siamo sempre gli stessi, purtroppo a Belluno c'è ancora troppo individualismo».
«Cento euro in più ci farebbero comodo», afferma Benedetto Calderone, rsu della Sest di Limana, «il nostro potere di acquisto continua a ridursi». A sostegno della sua tesi l'operaio riporta alcune recenti dichiarazioni del presidente di Confindustria Luca Cordero di Montezemolo: «Anche lui ha detto che non c'è corrispondenza tra salari e costo della vita. Peccato però che Federmeccanica, i nostri padroni, facciano parte di Confindustria». Da buon delegato sindacale Calderone ripercorre l'intera vicenda contrattuale: «Hanno detto che sono disposti a concederci 66 euro, lasciando il resto alla contrattazione aziendale. Ma a noi non basta, anche perché in molte realtà non esiste ancora un contratto aziendale».
E' un fiume in piena Giuseppe D'Agostini, venticinque anni di Pandolfo alle spalle e pensionato da tre anni: «Noi ancora ci salviamo perché abbiamo un orto, a quelli che vivono nelle grandi città va peggio», dice, lanciando numerose stoccate al settore pubblico. «Tra chi lavora negli enti e i privati continua a esserci una differenza abissale, soprattutto a livello pensionistico». Anche D'Agostini cita Montezemolo: «Ha ragione quando denuncia l'assenteismo dei lavoratori pubblici. I sindacati invece di criticarlo dovrebbero appoggiarlo perché è la verità». Non manca una riflessione politica. «Destra e sinistra c'è poca differenza. Basta guardare al comportamento del governo Prodi e ai costi dei nostri ministri tra aerei privati e cene di lusso. In due settimane prendono quello che noi racimoliamo in un anno».
Annuisce l'ex collega Mirco Dal Zot, trent'anni di Pandolfo sul groppone e da poco in pensione: «Ho deciso di esserci per dare manforte e perché anche noi abbiamo gli stessi problemi di chi lavora».
«La cassaintegrazione è una brutta bestia. Un giorno ci sei, il giorno dopo non è detto», si sfoga un uomo di mezza età, metalmeccanico da trent'anni: «E' difficile essere fiduciosi quando hai una casa da mandare avanti e dei figli precari. Da un po' di anni a questa parte non sono tranquillo. La concorrenza è diventata insostenibile e la delocalizzazione è sempre dietro l'angolo».
(cr.ar.)
Argomenti:metalmeccanici
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