Pochi gelatieri giovani «Emigrare non conviene»

Olivier, presidente di Uniteis, analizza le novità e le difficoltà del settore  «È necessaria una normativa europea per tutelare il nostro gelato artigianale»
LONGARONE . Ambasciatori del gelato in tutta Europa pur nelle difficoltà burocratiche. I gelatieri italiani in Germania, riuniti nell’associazione Uniteis, con l’assemblea annuale alla Mig fanno il punto della situazione di una stagione positiva con diverse novità, come sintetizza il presidente Dario Olivier, membro anche del cda di Longarone Fiere.


Come è andata la stagione in Germania?


«È stata molto buona nel sud del paese, meglio dello scorso anno. Nel nord invece abbiamo sofferto un lungo periodo di maltempo. Comunque l’andamento è in linea con le aspettative».


Quali sono le novità promosse da Uniteis?


«Continuano gli accordi con le varie associazioni di categoria, per esempio ne abbiamo sottoscritto uno con un gruppo di commercialisti. È sempre difficile districarsi con la burocrazia tedesca e noi stiamo dando tutto il supporto possibile. C’è poi l’offerta di un leasing che permette di rinnovare la propria attività con ottime offerte. Questo è necessario perché nella gelateria, come tutte le imprese, si può essere competitivi solo se ci si aggiorna in continuazione. Il mercato infatti è molto selettivo: chi non si aggiorna rischia di rimanere indietro. Stesso discorso per la trasparenza dove spingiamo per fare di più anche da parte dei nostri soci».


Quali sono le azioni per la tutela e promozione del gelato artigianale?


«Qui bisogna agire a livello europeo con la confederazione europea Artglace che sta spingendo per una normativa di tutela. Naturalmente bisogna essere uniti e fare squadra tutti per lo stesso obiettivo. Per quanto riguarda la promozione quest’anno Artglace ha affidato a noi la scelta del gusto dell’anno ricaduta sulla “Foresta nera” in omaggio alla terra germanica. Questo può essere un bel biglietto da visita per l’arte dei gelatieri artigianale italiani».


Come mai i giovani italiani non vogliono più fare i gelatieri?


«È un normale mutamento sociale ed economico. Ormai lasciare l’Italia non è più conveniente come una volta per quanto riguarda i lavori non qualificati. Il livello di disparità economica con la Germania si è molto abbassato rispetto ai qualche decennio fa».


Quali sono gli altri progetti di Uniteis anche al di fuori del mondo del gelato?


«Quest’anno abbiamo sposato un’importante causa di solidarietà aiutando l’associazione Retina Onlus. Stiamo raccogliendo i fondi attraverso vari eventi per acquistare un particolare macchinario per il centro specializzato per la vista di Camposanpiero. Questa apparecchiatura può individuare nei bambini nati prematuri eventuali problemi ala vista e prevenire la cecità. Servono circa 80mila euro e per questo siamo aperti all’aiuto di tutti per questa buona causa».


Infine, la Mig è ancora un punto di riferimento?


«Certo, anzi direi che è proprio fondamentale per questo settore. Le aziende che mancano qualche edizione rischiano di rimanere indietro e perdono quote di mercato in tutto il mondo. Qui infatti ci sono occasioni a livello internazionale. Ma le ricadute sono per tutto il territorio bellunese, basta pensare all’indotto turistico e alberghiero che ruota attorno ai vari giorni della Mig».


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