Prodotti tipici bellunesi, nell'elenco entrano fagiolo gialet e Kodinzon
Nella cultura popolare e contadina si donava ai bambini durante le feste di Natale. Oggi, il Kodinzon, la conserva di mela un tempo diffusa nella zona di Sospirolo, è uno dei tanti prodotti tradizionali locali inseriti nelle liste del Ministero
BELLUNO.
Nella cultura popolare e contadina si donava ai bambini durante le feste di Natale, quando ancora si accontentavano di poco. Oggi, il Kodinzon, la conserva di mela un tempo diffusa nella zona di Sospirolo, è uno dei tanti prodotti tradizionali locali inseriti nelle liste del Ministero.
Un patrimonio che sta riprendendo forma. In nome della tradizione certo, ma anche dell'economia e della valorizzazione sia agricola che turistica di un intero territorio.
L'elenco è stato aggiornato di recente dal dicastero dell'agricoltura: Belluno conta decine di prodotti "tipici", dai formaggi ai prodotti della terra, passando per specialità più elaborate, come appunto il kodinzon.
Rispetto al passato lo scarto è evidente, ma il lavoro - dicono dalla Camera di commercio - è ancora lungo. Basta guardare al di là del confine: nella provincia autonoma di Trento i prodotti tipici tradizionali sono oltre un centinaio. A Belluno qualche decina.
Il fagiolo non è più solo.
La febbre "tipica" è cominciata sull'altopiano di Lamon con sua maestà il fagiolo, a tutt'oggi l'unico prodotto a indicazione geografica protetta (igp) del Bellunese.
La denominazione ufficiale che emerge dagli elenchi ministeriali parla di "fagiolo di Lamon della Vallata Bellunese", il cui riconoscimento in gazzetta ufficiale risale al due luglio del 1996. Da allora il Consorzio di tutela - soprattutto negli ultimi anni - di strada ne ha fatta tanta.
Il fagiolo è rimasto solo fino a quest'anno quando lo ha raggiunto il formaggio Piave, cui è stato attribuito il marchio Dop il 22 maggio scorso. Un traguardo importante nella provincia che ha creato dal nulla la strada dei formaggi e dei sapori.
Al Piave si aggiungono anche il formaggio Montasio, il salame Modena e i "salamini italiani alla cacciatora", tutti prodotti che hanno un raggio di produzione inter-regionale. Tipici sì, ma non strettamente collegati al territorio.
In dolce attesa.
Ma il Bellunese attende un nuovo importante riconoscimento, ovvero il marchio Dop per il miele delle Dolomiti. L'iter per il riconoscimento è quasi giunto al termine, manca soltanto un parere dell'Unione europea. La richiesta per il Dop è stata formalizzata nel dicembre 2008, poco più di un mese fa è arrivato il sostegno pieno del ministro all'agricoltura Giancarlo Galan.
Ma nel Bellunese del buongusto c'è anche un "Igt", un prodotto a indicazione geografica tipica, come ricorda dalla Camera di Commercio Giampaolo Sasso. Si tratta del vino "vigneti delle Dolomiti".
E la tutela?
In Italia i prodotti tipici sono oltre quattromila. A Belluno si va dal pastin all'orzo, passando per la patata di Cesio e la farina di mais sponcio. A fare la parte del leone - soprattutto sul fronte agroalimentare - è il Feltrino, la zona più agricola della provincia.
Basta fare una semplice conta dei consorzi di tutela: oltre a quello del fagiolo di Lamon, ci sono la noce feltrina, il morone e il pom prussian. Ognuno ha la sua storia, ognuno ha la sua fiera.
Una giostra di sapori che tra alti e bassi sta creando una certa microeconomia. Il modello? Come sempre il Trentino.
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi
Video