Quattro locali bellunesi nell’Olimpo dei primi venti

Oltre a Sappada, la Locanda San Lorenzo, il Dolada e il Tivoli di Cortina Salto in avanti per il ristorante di Puos, a Plois è tornato Riccardo De Prà
Di Martina Reolon

BELLUNO. Poche sorprese e tante conferme per i ristoranti bellunesi: come lo scorso anno, sono quattro i locali della provincia a rientrare nell’“Olimpo”, almeno per quanto riguarda il Veneto, della classifica stilata nella Guida de L’Espresso Ristoranti d’Italia, che esce ormai per la 45a edizione.

A piazzarsi tra i primi venti sono ancora una volta il Laite di Sappada, la Locanda San Lorenzo di Puos d'Alpago, Dolada a Pieve d'Alpago e Tivoli a Cortina.

In particolare il Laite, con i suoi 17 punti su 20 mantenuti rispetto allo scorso anno e saliti di uno in confronto a due anni fa, si aggiudica nuovamente il riconoscimento “due cappelli”, assegnato dagli esperti appassionati di enogastronomia autori della Guida ai locali la cui cucina è ritenuta molto buona e tra le migliori, seconda solo ai “tre cappelli”, che rappresentano l’eccellenza.

Merito della votazione del Laite «una cucina ormai del tutto riconoscibile in cui leggerezza e intensità di sapore si fondono, grazie a un solido livello tecnico nel trattare qualunque materia prima».

Un salto in avanti anche per la Locanda San Lorenzo. O meglio, una risalita rispetto allo scorso anno, che gli ha consentito, riacquistando mezzo punto, di riottenere il punteggio di 16,5 conquistato un paio di anni fa e, quindi, gli agognati “due cappelli”.

Resta a 16 il Dolada, che merita un cappello e nella Guida vede definita la sua cantina «una delle migliori della zona».

A fare la sua forza anche Riccardo De Prà, «tornato a casa dopo la parentesi londinese: in cucina la sua mano si sente». Mantiene la propria posizione da “un cappello” anche il Tivoli, con i suoi 15/20.

«Se Cortina d’Ampezzo non brilla per la ristorazione di qualità», si legge nella Guida, «l’eccezione di gran lunga più felice rimane questo bel locale, caldo e accogliente, che gode di uno splendido panorama sulla cittadina».

Si piazza bene, rimanendo a Cortina, anche la «cucina ben collaudata, con moderne proposte di sostanza, il calore del legno e un’accoglienza rapida e professionale» della Baita Pie’ Tofana, che resta stabile a 13,5 punti. Stesso punteggio, mantenuto rispetto allo scorso anno, anche per «l’ospitalità familiare di lungo corso» dell’albergo ristorante Alle Codole di Canale d’Agordo e per Al Capriolo di Vodo di Cadore, che «rimane un baluardo nella tradizione bellunese», anche se «l’identità in cucina è ancora in bilico tra una valida linea di tradizione e un tentativo meno felice legato a una moderata creatività».

Ciò non impedisce che il ristorante possa fregiarsi nella Guida del simbolo che indica un tendenza in crescita. Nel capoluogo a farla da padrone sono locali ben noti: Al Borgo, con la sua «accoglienza cordiale e servizio gentile per gustare specialità locali», ma anche la cucina tradizionale dell’Albergo delle Alpi e della Taverna e quella creativa di Villa Carpenada.

In continua scalata il “Terracotta” di Belluno, una novità della guida dello scorso anno che quest’anno conquista anche un mezzo punto in più, passando a 13/20. Da notare che la maggior parte dei ristoranti bellunesi segnalati possono vantare la presenza di fianco al nome del “salvadanaio”: all’insegna della buona cucina a buoni prezzi.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi