Quattro pullman a Vicenza giovedì per il contratto

BELLUNO. Quasi un centinaio i delegati di fabbrica arrivati ieri mattina al centro Giovanni XXIII di Belluno per partecipare all’attivo dei metalmeccanici in vista dello sciopero generale di...

BELLUNO. Quasi un centinaio i delegati di fabbrica arrivati ieri mattina al centro Giovanni XXIII di Belluno per partecipare all’attivo dei metalmeccanici in vista dello sciopero generale di categoria e della manifestazione prevista per giovedì a Vicenza.

Uno sciopero, il terzo indetto nel giro di tre mesi, contro lo stop messo alle trattative da parte di Federmeccanica per il rinnovo del contratto collettivo nazionale.

Dal Bellunese partiranno quattro pullman, intorno alle 6.30 per arrivare entro le 9 alla stazione ferroviaria di Vicenza da cui partirà il corteo che giungerà in piazza Matteotti, la piazza centrale del capoluogo. Qui ci saranno gli interventi dei segretari regionali di Fim Cisl e Uilm Uil. Chiuderà il comizio Maurizio Landini, il segretario nazionale della Fiom Cgil.

«Federmeccanica e Assital non vogliono fare il contratto? E noi scioperiamo tutti», recita il volantino consegnato ieri a tutti i delegati presenti, da distribuire poi in fabbrica.

Lo scopo è quello di raggiungere la massima adesione a questa manifestazione.

I precedenti scioperi (quello del 20 aprile e del 27 maggio) sono andati benissimo raggiungendo quote che hanno sfiorato in molti casi il 100%.

«È fondamentale per continuare a rivendicare le nostre richieste economiche e legali portare avanti questa mobilitazione», dicono Luca Zuccolotto, Bruno Deola e Luciano Zaurito rispettivamente segretari della Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm Uil territoriale. «Le proposte di Federmeccanica ad oggi sono irricevibili. Non possiamo permettere che si pensi di introdurre un salario minimo di garanzia. Non si può pensare che sia il contratto integrativo a sopperire alle mancanze di un contratto nazionale. In questo modo si creerebbero disparità troppo pesanti tra lavoratori, fino a giungere a una guerra tra poveri che non possiamo permettere».

I delegati, nel corso dell’attivo, hanno sottolineato come sia importante «essere presenti in massa, per poter far sentire la nostra contrarierà a questa presa di posizione dei datori di lavoro». (p.d.a.)

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