«Questa vicenda ci rende difficile trovare un impiego»

BELLUNO. I volti sono tesi: sapere come andrà a finire questa vicenda che li tiene sulle spine da mesi è diventata ormai come la boccata di ossigeno per chi sta affogando. Quel manipolo di ex...
Il tribunale di Belluno
Il tribunale di Belluno

BELLUNO. I volti sono tesi: sapere come andrà a finire questa vicenda che li tiene sulle spine da mesi è diventata ormai come la boccata di ossigeno per chi sta affogando. Quel manipolo di ex lavoratori di Luxottica, ieri mattina presenti al terzo piano del tribunale di Belluno, stentano a controllare la tensione di fronte ad una storia che sta creando loro non poche difficoltà. Con un po’ di reticenza, qualcuno di loro racconta come è cambiata la vita da quando, dopo aver fatto i 30 mesi allo stabilimento di Agordo o Pederobba, si è trovato all’improvviso senza un impiego e ora deve fare i conti con questa sorta di “marchio” che si porta dietro, cioè l’aver fatto causa al colosso Luxottica e alle agenzie interinali. E se non confessa di essersi pentito di aver proceduto per le vie legali per rivendicare il diritto al lavoro, si legge chiaro tra le righe che vorrebbe poter tornare indietro.

«Da quando all’agenzia dove mi rivolgevo per trovare lavoro hanno saputo che ho fatto causa», dice una ragazza rumena che da molti anni è in Italia, «praticamente non mi hanno più chiamata. Periodicamente chiedevo se c’era qualche impiego per me, ma mi sentivo sempre rispondere che non c’era nulla. Ma io so che le mie amiche, invece, sono state chiamate e ora stanno facendo qualcosa». A questo punto, «sono stata costretta a cambiare società e anche paese, riuscendo così a trovare un contratto a tempo», dice sempre l’ex lavoratrice. A farle eco anche altre tre sue colleghe che si trovano nelle stesse condizioni. «Ho 42 anni e un figlio di 16 anni», dice una di queste, «e sono mesi che non lavoro e quando vado in agenzia mi guardano male e mi dicono che non c’è niente per me. Ma io devo lavorare per mantenere la mia famiglia. Ma qui è diventato impossibile».

Situazioni difficili. «Quando ho finito il mio ultimo contratto per Luxottica», racconta un’altra ragazza, «mi avevano detto di aspettare che mi avrebbero richiamato. Io ho atteso, perdendo intanto delle occasioni di impiego, ma alla fine, dopo sei mesi, mi hanno detto che avrei dovuto cercarmi altro».

Ad incoraggiare i lavoratori ieri c’era anche il referente in Luxottica del sindacato Adl Cobas, che ha deciso di devolvere alla causa di questi dipendenti il ricavato del pacchetto di azioni regalato del patron Del Vecchio per i suoi 80 anni. «Sono profondamente vicino a questi lavoratori anche perché io stesso prima di ottenere in Luxottica il contratto a tempo indeterminato ho penato per ben 40 mesi», ha dichiarato. «Non riesco ad apprezzare beneficenza e mecenatismo se prima non c'è giustizia e correttezza, e sono imbarazzato ad essere il solo rappresentante del sindacato presente. Mi chiedo, infatti, perché qui in aula a difendere questa povera gente ci sia lo studio legale Ponticiello e non gli avvocati di Cgil, Cisl e Uil. Ciò a mio personale giudizio è scandaloso».

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