Zoldo bacchetta Longarone ma la collaborazione continua

FORNO DI ZOLDO. Zoldo fa nascere un comitato di valorizzazione dedicato ai propri prodotti tipici, a partire dal gelato. Smorzando le polemiche, continuando la collaborazione con Longarone, ma comunque sottolineando che prima di installare i cartelli “Longarone città del gelato” i “cugini” longaronesi potevano discuterne con gli zoldani.
È questo quanto emerso durante l’animata assemblea di lunedì convocata dai sindaci di Forno di Zoldo e di Zoldo alto attorno al “caso” dei cartelli affissi a Longarone.
Il sindaco di Zoldo Alto Roberto Molin Pradel e il sindaco di Forno di Zoldo Camillo De Pellegrin (si è notata l’assenza del sindaco di Zoppè di Cadore Renzo Bortolot) davanti alla gente radunata nell’aula magna della scuola media hanno subito tenuto a precisare di non voler polemizzare pur sottolineando l’atteggiamento poco corretto del Comune di Longarone con il quale pure si stanno portando avanti lavori di sinergia. «Dovevamo», puntano il dito i due sindaci, «essere interpellati».
Il dibattito è stato vivace. Uno zoldano in sala ha fatto presente che il cartello installato a Longarone doveva semmai portare la dicitura “Longarone città della fiera del gelato”. Domande e risposte si sono susseguite a spron battuto. De Pellegrin ha anche sottolineato come Linea Verde in questi giorni verrà a riprendere la “Città del gelato”, dove però sono stati chiamati i maestri gelatieri zoldani a preparare il gelato artigianale. «Una possibilità di lavorare tutti assieme», ha messo in evidenza Roberto Molin Pradel, «è quella di creare una “strada del gelato” mutuando quella del prosecco che sta riscuotendo molto successo anche come valenza turistica». A tal proposito è stata ricordata la festa del gelato del 21 e 22 luglio culminata con l’iscrizione nel Guinness dei primati del maxi cono da 71 palline. Una festa che potrebbe essere ripetuta in inverno alla presenza di tutti i gelatieri. Angelo Martini ha detto: «Non basta certo un cartello per cancellare secoli di storia e di tradizioni dei gelati zoldani e cadorini. Siamo sempre conosciuti come la valle dei gelati». Ha parlato anche del museo all’aperto “le vie del gelato”, idea che aveva avuto 15 anni fa con altri amici e che aveva presentato ai sindaci e alla Cm. «Il museo», hanno ripreso i due sindaci, «è importante. Lo si deve attuare ma deve essere un museo vivo, non un mero contenitore, deve valorizzare tutti i prodotti del territorio». Il museo potrebbe trovare una sistemazione nella ex scuola elementare di Forno. C’è chi come Adelino Molin Pradel vedrebbe come sede del museo il palaghiaccio ristrutturato. Tanti altri sono intervenuti, anche con durezza come Augusto De Pellegrin che ha visto nel cartello installato a Longarone un “tradimento”. Ma la strada avviata è comunque quella della collaborazione.
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